BURATTINI E BURATTINAI

di Bruno Brughera*

 

La vicenda del bike park a Brè è tutt'altro che conclusa! Va fatta una premessa importante, l'idea e il progetto sono molto validi. S’inscrivono in una serie di argomentazioni inerenti a infrastrutture per il tempo libero che sono auspicate da più attori. 

 

Bene fa la città ad attivarsi, ma l’aspetto che ai cittadini preme sapere, è come lo fa, che percorsi intraprende, che dinamiche o iter adotta. Indagando la cronistoria siamo riusciti a visionare alcuni documenti e scambi di mail tra i vari dicasteri, il «promotore», ecc.

 

Apparentemente l'idea nasce da Fabrizio Sala attorno al 2015, ma molto probabilmente se la fa sua venendone a conoscenza da conoscenti del dicastero sport. Presidente dell'associazione Cai e Baragot (associazione con scopi ricreativi e orientata soprattutto in ambito carnascialesco) si fa promotore di diverse iniziative che non sempre trovano consenso. L'attitudine a strafare e imporre una visione non condivisa, lo porta a formulare e sottoporre l'idea del bike park alla città a nome dell'associazione. Sappiamo che ci sono stati dissidi in seno al comitato quando hanno scoperto la «fuga in avanti» del ducetto presidente, tant'è che Sala ha dovuto dimettersi in quanto nessuno era in linea con il suo pensiero!

 

Sta di fatto che alcuni dicasteri come quello dello sport, dell’ ambiente e della mobilità - se non erro, tutti in quota Plr compreso lo stesso Sala -, sono affamati d'idee e in maggior ragione se possono attingere sovvenzioni e contributi da altri enti, pur di apparire come dicasteri operosi e propositivi si attivano con modalità originali. La storia è complessa e lineare allo stesso tempo, parte da Carona, dove la prima idea di un pump track viene bocciata.

Piccola parentesi, che vede uniti i due paesini posti sui monti simbolo della ex perla del Ceresio, Brè e San Salvatore, dove da anni a livello pianificatorio, la città è inconcludente e pasticciona.

Si diceva che con l'abbandono da parte di Cai e Baregot, quale entità promotrice, (di fatto non lo è mai stata!) i dicasteri si vedono allora costretti a cercare un nuovo proponente. Ma perché? Se l'idea è valida e oltre tutto pensata per un sedime di proprietà della città, perché chiedere di nuovo al signor Sala di trovare qualcuno che assieme possa farsi carico della domanda di costruzione?

 

Forse perché l'iter pubblico prevede la presentazione in consiglio comunale e non tutti i rappresentanti dei cittadini sono accondiscendenti? Si può davvero pensare male quando non c'è trasparenza e si scoprono procedure dubbie e strane... c'è dell'altro? Nelle email e documenti visionati, i funzionari invitano l'oramai ex presidente a continuare a farsi promotore.

Il Sala, ligio a non si sa bene a chi, trova in Alessandro Pollini il compagno ideale e si dice disponibile.

Ecco il nuovo soggetto proponente (citato dalla risposta ad una interrogazione come «gruppo di giovani biker di Brè») che però non ha i soldi per il progetto da 300'000 franchi, ma nemmeno gli 11'800 per la domanda di costruzione! Da notare che il progetto è costato già 20'000 fr. versati dalla città per il progetto sul conto dell'associazione ricreativa e trasferiti al progettista da parte del presidente, senza che si capisca il motivo visto che è un privato colui che propone!

 

Sempre nei documenti si evince come il dicastero sport trovi la soluzione e fa prelevare ai promotori la somma da un conto, chiamiamolo speciale, per poi farla versare allo studio Molina per la copertura dei costi di pubblicazione. Questa presunta risoluzione interna a un dicastero, è stata approvata e regolamentata dai servizi giuridici, per cui si presume sia tutto in regola, sebbene ai più, possa apparire contorta e complessa, oltre ad essere incomprensibile.

Ma non siamo in Cina - citazione dell’on. Jelmini -, già siamo a Lugano dico io!

 

Or bene, i promotori sono tenuti anche a presentare alla popolazione il progetto, visto che la commissione di quartiere, che non si è fatta manipolare, ha rifiutato il «diktat» del dicastero, ben sapendo che 120 abitanti hanno firmato una petizione contraria nel 2017.

Nota dell' autore, il maggior problema per i cittadini, è la viabilità da e per il paese, e la cronica mancanza di posteggi che in aggiunta nel primo scenario dello studio di fattibilità, si parla di un incremento di 40 posti auto poi scesi a 20 sempre che la TPL metta a disposizione bus attrezzati per il trasporto di bici!

La serata apparentemente promossa dai due promotori, viene di fatto organizzata dalla città, e la "televendita" è presa in mano niente meno che dal municipale Badaracco.

I promotori sono solo marionette, burattini muti e inermi di fronte all'incalzare del pubblico e dalla presenza scenica del capo dicastero vero mastro burattinaio. La serata non è trionfale per la truppa venuta dal piano, anzi c’è risentimento verso l’ingrata popolazione che tra l’altro ha segnalato come la ex discarica dovesse essere sottoposta a verifiche in quanto ricettacolo di sostanze inquinanti!

 

Nel frattempo ci si organizza e un gruppetto di confinanti fanno opposizione. Dalla città passano un paio di anni senza che venga mai fatta comunicazione. Nel febbraio 2019, il municipio risponde all’interrogazione no.873 del marzo 2017. Sarebbe da riprenderla integralmente visto alcune affermazioni dell’esercizio risultano fantasiose e inveritiere. Tutti però, credono che si sia abbandonata l’idea di procedere all’esecuzione del progetto per lo meno a Brè.

 

Con molto stupore, gli oppositori vengono informati a fine dicembre 2020 che la licenza improvvisamente è stata concessa! Ora la situazione è abbastanza chiara a un po’ tutti, i media ne stanno parlando come pure alcuni consiglieri comunali si sono mobilitati. Ci sarà un ricorso e vedremo se il municipio avrà il buon senso di ritirare la licenza e ricollocare il progetto in un luogo più idoneo.

 

 

 

 

* Bruno Brughera

Candidato al Municipio

e al Consiglio comunale di Lugano

FA Lugano

ForumAlternativo