Contro la repressione, un sorriso e una canzone

PIAZZA APERTA - Collettivo io l'8 ogni giorno

Esprimiamo tutta la nostra indignazione e rabbia per quanto accaduto durante la manifestazione dell’8 marzo a Lugano “contro il patriarcato, il razzismo e l’islamofobia” organizzata dal CSOA il Molino.

 

Una manifestazione che si svolgeva nella giornata internazionale della donna che ha visto mobilitarsi e sfilare migliaia di donne e uomini in tutto il mondo.

 

Di fronte a una cinquantina di manifestanti la città di Lugano ha schierato decine di poliziotti in tenuta antisommossa, con l’intento evidente di provocare e arrivare alla situazione di disordini che poi si è puntualmente verificata.

 

Appare chiaramente come l’obiettivo di questa repressione e aggressione nei confronti di giovani uomini e donne avesse come unico scopo quello di delegittimare l’esperienza dell’autogestione presente in città dal 1996.

 

Del resto le dichiarazioni del sindaco Borradori e del municipale luganese Bertini non lasciano dubbi.

 

Già nella stessa serata di lunedì tutti si sono affrettati a sostenere che era giunto il momento di chiudere definitivamente la questione della presenza dei molinari all’ex Macello, tacciati di essere facinorosi e provocatori. In pochi minuti si è voluto quindi cancellare con un colpo di manganello un’esperienza che caratterizza la città da ormai venticinque anni e che rappresenta un luogo di aggregazione, di cultura alternativa e di solidarietà.

 

Quanto successo a Lugano è solo un esempio di come nel nostro paese il diritto di manifestare sia ancora tutto da conquistare. Sabato scorso a Zurigo una manifestazione femminista totalmente pacifica è stata violentemente caricata e poi dispersa senza nessuna motivazione dalla polizia presente in forze.

 

Una situazione inaccettabile e che va combattuta rivendicando con convinzione il diritto di manifestare di tutti e tutte, senza dover temere la repressione della polizia.