PIAZZA APERTA - AIDA
Aida prende atto della notifica di disdetta della convenzione. Sebbene si siano lanciati appelli da più parti a non mettere in pratica quanto annunciato dopo l’ 8 marzo, evidentemente l’esecutivo vuole cancellare decenni di esperienze multiculturali, aggregative e ricreative da parte di una realtà antagonista.
Aida ribadisce il diritto a forme di autogestione ed esige che queste vengano riconosciute come è successo in altre città elvetiche.
Deploriamo questa fuga in avanti che oggettivamente ipotecherà quel poco che si poteva salvare in termini di dialogo e di progettualità. Così facendo, l’esecutivo dimostra di non aver mai voluto trovare delle soluzioni che permettessero una continuità per l’autogestione. A nulla valgono i vari proclami di volontà di dialogo e di accettazione a parole, quando invece si è sempre cercato un pretesto per agire in un’ottica di rifiuto totale.
Con questa muscolosa prova di forza la città mostra veramente la sua essenza intollerante e insofferente verso chi non si vuole omologare e sottomettere. Il pretesto di una manifestazione non autorizzata ci sembra assai fuori luogo e il municipio si pone di fatto sopra tutto e tutti con questa opzione che poteva benissimo evitare. Sconcertante la tempistica, a un mese delle elezioni!
Per anni abbiamo sentito ripetere il mantra che non c’è dialogo con la controparte, ma ora la città ribalta la situazione creando tensioni e un probabile conflitto sociale. A che pro?
Molto strana è l’ultima frase del comunicato in cui l’esecutivo dice di essere disponibile per una richiesta di mediazione! A questo punto risulta difficile comprendere questa schizofrenia tra sgombero e apparente apertura!
In questa brutta situazione manca di fatto il terzo attore, il Cantone, che è rimasto per troppo tempo latitante mentre avrebbe dovuto intervenire e promuovere una mediazione.
Aida è disponibile per impedire, assieme ad altre realtà politiche o della società civile, che si giunga ad uno scontro sociale nelle strade e piazze della città.