L'autogestione valuta uno sgombero delle autorità cittadine

PIAZZA APERTA - C.S.O.A il Molino

Municipali, la misura è colma! Atto di spregio del decoro urbano nei confronti del monumento storico, bene culturale di rilevanza architettonica, ex macello di Lugano. Alcuni ignoti, presumibilmente vicini agli ambienti autoritari del municipio, hanno imbrattato il cancello di ferro battuto, con un volantino.

 

Un editto contenente minacce e incomprensibili enigmi matematici. Il sistema di videosorveglianza dovrebbe permettere di identificare i facinorosi vandali in poco tempo. Nel frattempo l'assemblea si prende il tempo che ci vuole.

 

 

 

L’Edictum Borradorianum

uno sguardo dal futuro dell’autogestione

 

L'affissione del famoso Editto di Borradori Il sorridente, risalente al Tardoego luganese (anno XXV di autogestione), presenta tutte le caratteristiche delle affissioni di quel periodo di grande incertezza politica e di subbugli sociali. Anche noto come «Editto di sgombero» e, più raramente, «Editto della sfinge accalorata» (in relazione a un rompicapo matematico presente al suo interno), esso si situa nella tradizione del monopolio delle pubbliche affissioni degli odiosi poteri temporali. Dopo gli editti di fede della Santa Inquisizione, l'editto di Borradori rappresenta uno dei massimi esempi di ferocia stultitia (trad: arrogante coglioneria), tipica dei governi sovranisti sicuritari del tardoego occidentale. Il documento è giunto sino a noi grazie al fatto che fu affisso, presumibilmente dai vandali municipali, al cancello del centro sociale cittadino, poco prima dei coprifuoco introdotti dall’ordine degli “sceriffi-assicuratori” e della conseguente devastazione di Lugano. Il centro sociale infatti, presumibilmente un ex macello pubblico di epoca più antica, fu l'unico edificio pubblico a salvarsi dalla grande colata di cemento della Grande Lugano e alle successive rivolte. Lugano infatti, secondo le ricostruzioni storiche più dettagliate, non sarebbe stata devastata dai sassi e dai bastoni delle persone antiautoritarie, poste sotto sgombero (tesi teleologica questa, che si basava principalmente sul fatto che, come ben sappiamo, costoro riedificarono poi successivamente la città con il loro amore rivoluzionario) ma da diversi altri fattori concomitanti: dalla speculazione edilizia, dalla demenza politica populista, dal riciclaggio di denaro sistematico e soprattutto dal monopolio della violenza sicuritaria e poliziesca che scateno’ i riots di Lugangeles (toponimo leghista di epoca recente).

 

Aspetti di interesse: l’enigma matematico. Il documento presenta anche un complesso rompicapo matematico detto appunto della sfinge accalorata (da vecchie registrazioni d’archivio, Borradori pare fosse solito accalorarsi). Decretando i famosi 20 giorni di sgombero esso stabilisce allo stesso tempo 30 giorni per fare pubblica ammenda e sottomissione (ricorso), introducendo cosi il principio della “datazione negativa”. In senso letterale l’editto sarebbe quindi privo di senso: “avete -10 giorni di tempo per sgomberare”, oppure “non avete 20 giorni per sgomberare, ma ve ne lasciamo solo 30 per stare al nostro gioco”. Tuttavia, in chiave matematica esso rappresenta un raffinato esempio dei numerosi e vani tentativi che la pseudoscienza leghista intraprese per raggiungere le conoscenze della matematica decimale, introdotte dagli arabi musulmani già dal VIII sec. a.C. e dell’interpretazione del diritto canonico romano di provenienza mediterranea. Del resto, lo spirito dei tempi e il brodo culturale di queste autorità cittadine era lo stesso dello Swiss Stop Islamisation Award.

 

 

“… ma le sfingi, una volta risolto il loro enigma, sono destinate a cadere, frantumate in pezzi nell’abisso del tempo”

(Daniel Bensaid, Elogio della politica profana)

 

“chi non conosce la storia non ha futuro ”

(scritta sui muri di una città*)

 

* Sig. Sindaco non si accalori ancora: non si tratta dei muri di Lugangeles…

 

 

 

 

L’ASSEMBLEA DEL CSOA IL MOLINO