Candidarsi per un'idea collettiva

Bruno Brughera*

 

Appartenere a FORUM ALTERNATIVO significa credere in un progetto forte volto a ribaltare i canoni di una politica fatta di spartizioni e di logiche opportunistiche che hanno intaccato sia il senso della rappresentanza democratica sia la credibilità a livello amministrativo.

 

Accontentare tutti, come fanno quasi la maggioranza dei politici, appartiene ad un modo di fare e pensare ipocrita e ingannevole! Nemmeno accettare sempre ad ogni costo la famosa concordanza svizzera, può essere giustificabile, la collegialità negli esecutivi non deve portare a una continua subalternità nei confronti della maggioranza. Certo la stabilità delle istituzioni e dell’economia hanno posto il nostro paese in una posizione privilegiata che ci permette di non essere con l’acqua alla gola, ma omologarsi al sistema e essere complici con una maggioranza despota, come nel caso di Lugano, è un altra cosa. Ho in mente bene l'esternazione del primo municipale socialista a Lugano che mi disse come lui difendesse il « municipio pensiero » negli anni di re Giorgio e Giuliano Bignasca. Anni ad aspettare un cambiamento e poi vedere un socialista omologato all’operosità luganese fatta di abusi, devastazioni immobiliari e prepotenze.

 

Molti anni sono passati e forse le cose sono anche peggiorate. Abbiamo il partito socialista più a destra del cantone (nella sua dirigenza), una municipale con la sindrome di Calimero che imperterrita si erge a capofila di una alleanza rosso - verde di facciata, dove il suo / loro essere verdi è di comodo e di opportunismo elettorale presentandosi come se fossero una continuazione di quelle esperienze solide e storiche di molte città elvetiche. Siamo ben consci, delle difficoltà a partecipare e lavorare in un gremio ostile come quello del municipio di Lugano, siamo altresì convinti che si possa fare e si debba fare molto di più, che a volte una netta presa di posizione per esempio per mezzo stampa, sia il minimo verso un elettorato che appare disorientato e verso ai cittadini in generale. D’altronde, lo vediamo bene come funziona la triade leghista e cosa propugna un municipale tuttofare con il giornalaccio domenicale nel quale dice, inveisce contro lo stesso municipio a cui appartiene e distrugge di tutto e di più pur di alimentare la sua corrente.

 

Criticare è facile, si sa, ma appartenere ad una forza di opposizione significa anche avere un senso di responsabilità che impone di denunciare incongruenze e soprattutto quella mancanza di trasparenza camuffata da rassicurazioni, sorrisi e pacatezza volti a far credere ciò che non è. Di sicuro non si può essere complici per meri interessi personali o di partito. Il mercanteggiare, l’apparire, non ci interessa. Crediamo di dover rappresentare una parte di cittadini che si identificano in un progetto di area, di disillusi da altre forze e di simpatizzanti che credono in un modo di intendere la città a 360 gradi, comprensiva delle diversità sociali, culturali ed economiche. Candidarsi, significa per me, rappresentare le idee collettive di un gruppo, i valori di un area che non vuole far primeggiare il singolo e accontentare dei poteri, delle lobby, ma ragionare per il bene comune.

 

Per noi le comunità, culturali, etniche, la gente dei vari quartieri, i rapporti intergenerazionali tra giovani, adulti e anziani, tra generi che siano uomini e donne con le loro sfaccettature, la solidarietà tra persone attive nel mondo del lavoro, tra chi produce e chi no, tra chi ha benessere economico e chi non possiede nulla e chi per vari motivi è o viene emarginato, devono avere diritto di parola, devono poter essere ascoltate e si deve loro dare risposte concrete nel limite del possibile. Abbiamo bisogno di spazi e di accessibilità in tutte le componenti del territorio come il lago, il fiume, i prati e boschi. Spazi organizzati e non, modificabili e multidisciplinari. Sobrietà e oculatezza, ma in special modo condivisione e solidarietà in opposizione ad un modo imperante di imposizione dove vige la legge del più forte, della maggioranza e dei loro interessi. Troppo spesso il termine appartenere alla maggioranza è abusato e confuso con il concetto di democrazia, essere eletti non significa avere un assegno in bianco per fare i propri interessi o di un gruppo di amici più o meno rispettosi e influenti.

 

Per quello che mi compete, ritengo tutto il tema della socialità uno degli aspetti preponderanti per un comune. Molti altri temi subiscono o sono condizionati da decisioni e competenze cantonali e Federali. Sappiamo però che una città può fare molto per la qualità di vita dei suoi cittadini. Essere lungimiranti è senza dubbio imperante, come porre l’accento sulla solidarietà. I servizi sociali non devono essere un percorso di guerra dove il cittadino il più delle volte è visto come il nemico da parte di molti funzionari! Dobbiamo favorire l’integrazione e la partecipazione non attraverso un assistenzialismo sprezzante ma un’accoglienza solidale e rispettosa delle differenze. Pensare che l’altro sia solo un parassita approfittatore ci fa chiudere in una forma mentis ottusa e controproducente. Accettare le diversità, aprirsi al diverso, alle culture e alle ideologie che siano politiche o culturali, fanno una comunità più ricca più moderna e cosmopolita al contrario di un bieco provincialismo. Pensare che ci si debba concentrare solo in operazioni di restyling, di grandi progetti per dar lustro alla città, è pura illusione e supponenza. Abbiamo bisogno di funzionalità di interconnessioni dove mobilità, necessità lavorative, commerciali e ricreative siano per tutti e non solo a beneficio di pochi.

 

Non possiamo dire che Lugano non faccia o che non abbia fatto, sappiamo che chi ci amministra può fornirci lunghi elenchi di cose fatte, che si faranno e che si vorrebbero fare. Il punto non è la quantità, ma la qualità e le necessità che i cittadini richiedono e hanno diritto ad una qualità della vita che sia la migliore possibile. Lugano difetta in molti servizi e offerte « vedi Q28 « Lugano che FAremo, tutti e tutti assieme », può aspirare ad essere ben migliore di quanto ci viene propinato. Per esempio potremmo ragionare sulla « guerra » apparentemente vinta dal municipio e la maggioranza del consiglio comunale sulla destinazione dell’ex macello. Sono riusciti a ottenere un progetto per il restyling di un contenitore che per ora è vuoto malgrado che da quasi vent’anni un terzo del sedime è occupato dall’autogestione del CSOA, rendendo vivo un luogo dove si creano relazioni, si fanno esperienze di vita, di partecipazione, di solidarietà e non si è omologati come molti benpensanti vorrebbero vedere i giovani!

 

I giovani da sempre snobbati da tutte le amministrazioni perché l’esercizio intergenerazionale di comprensione, tolleranza e sostegno è sempre stato visto come una gran perdita di tempo anziché un valore aggiunto, un investimento! Noi crediamo che ci siano tutte le possibilità per pensare e creare una Lugano migliore

* Bruno Brughera

ForumAlternativo

candidato 1 al Municipio e

2 al Consiglio comunale di Lugano

Lista 3: Sinistra Alternativa (FA - POP)