il discorso di Graziano Pestoni, Presidente USS-TI, tenuto in occasione del I° Maggio
Care lavoratrici, cari lavoratori, cari giovani, cari anziani, care tutte, cari tutti. Siamo nel 2021. Ho tenuto il primo discorso del 1. Maggio nel 1978, a Biasca, al Politeama, ora demolito. Sono passati 43 anni. Quello odierno è probabilmente il mio ultimo discorso, perché fra pochi giorni lascerò la presidenza dell’USS-TI.
Mi direte che in tutti questi anni ho già detto tutto quanto si poteva dire. Ed è sicuramente vero.
Vorrei tuttavia approfittare di questa ultima occasione per parlare del sindacato. Non è un testamento. Ma ci sono domande che molti mi pongono e che necessitano risposte. Per esempio: il sindacato è utile? Lo è stato in passato? Lo sarà in futuro?
Il sindacato è nato più di cent’anni fa. A quel tempo si lavorava, per pochi soldi, dalle stelle alle stelle. Le pensioni non esistevano. Se ti ammalavi non prendevi un centesimo. Le vacanze non esistevano. Ogni miglioramento delle condizioni di lavoro è stato il risultato di un grande impegno da parte di tutti, di manifestazioni e di scioperi. Nessuno si chiedeva se il sindacato fosse utile.
Le conquiste sono state numerose. I salari sono aumentati, l’orario di lavoro ridotto. Grazie al sindacato abbiamo ottenuto l’AVS, la protezione in caso di malattia e di infortunio, le vacanze, i contratti collettivi. Abbiamo bocciato la costruzione di nuove centrali nucleari. Impedito la privatizzazione delle centrali idroelettriche. E tanto altro ancora.
Grazie al sindacato abbiamo quindi ottenuto più sicurezza sociale, migliori condizioni di vita, più diritti e più dignità nei rapporti di lavoro.
Purtroppo, nessun miglioramento è definitivo. Il padronato appena possibile tenta di ricuperare quanto ha dovuto concedere. È successo e sta succedendo con il sopravvento della politica neoliberale. Il padronato, come il mondo politico, è preoccupato solo di realizzare il massimo profitto. L’avidità è diventata la sua caratteristica.
Questa avidità è emersa anche durante la pandemia. Per disporre della giusta quantità di vaccini, e prezzi ragionevoli, occorreva solo permettere a tutti i gruppi farmaceutici di qualsiasi paese di produrre il vaccino. Bastava sospendere i brevetti. L’Organizzazione mondiale del commercio, competente per una simile decisione, con la complicità del Consiglio federale, ha tuttavia respinto la proposta. Ciò ha avuto gravissime conseguenze sulla salute, sull’economia e sulla società.
Anche in altri campi, purtroppo, la situazione è preoccupante. Siamo confrontati con nuovi attacchi al servizio pubblico. Continua lo smantellamento degli uffici postali; il servizio delle FFS è insoddisfacente e i prezzi sempre eccessivi. Come se non bastasse il CF intende privatizzare Postfinance, la gallina dalle uova d’oro. Continuano le trattative tra la Svizzera e l’Unione europea sull’accordo quadro. La sua adozione porterebbe a un peggioramento delle condizioni di lavoro, al dumping sociale, alla privatizzazione dei servizi pubblici, a una perdita di diritti per i cittadini.
Un vero disastro. Dobbiamo prepararci al lancio di un referendum. Infine, non va dimenticata l’ennesima proposta che vorrebbe aumentare l’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni.
Torniamo dunque alla domanda. A che serve il sindacato oggi?
Oggi, come ieri, serve per costruire un mondo migliore. Per far si che il progresso possa essere a beneficio di tutti. Non solo a produrre dividendi per gli azionisti, spesso miliardari. Altrimenti non lo si può chiamare progresso. I guadagni realizzati con l’evoluzione e lo sviluppo tecnologico dei processi produttivi devono servire a tutti coloro che lavorano. Per ridurre gli orari e gli anni di lavoro, per guadagnare un po’ di più, per avere una sanità meno gravosa per le famiglie, per garantire pensioni dignitose e servizi efficienti e accessibili. Non ad ingrassare pochi straricchi.
Il sindacato serve oggi, come sempre, per unire le forze. Per rimanere consapevoli che nessun uomo può cambiare il mondo da solo. Ma ogni persona lo può fare se condivide forze, idee, speranze e la visione del futuro con gli altri.
Il sindacato è specchio della nostra capacità di essere solidali, di fare insieme, della volontà di battersi per la giustizia, per il rispetto di ogni cosa, per una vita dignitosa in un mondo sano e rigenerato.
Il sindacato servirà anche in futuro. I suoi obiettivi sono chiari.
Per il sindacato il lavoro e la dignità valgono più dei profitti.
Per il sindacato la salvaguardia dell’ambiente vale più dei profitti.
Per il sindacato la salute vale più dei profitti.
Care colleghe, cari colleghi, voglio dirvi un’ultima cosa. Non dimenticate mai che il sindacato non sono i funzionari, il sindacato siete tutti voi.