Bocciata dagli ambienti padronali l’iniziativa ticinese contro il dumping

di Red

 

La maggioranza del Consiglio nazionale dice no all’iniziativa presentata dal canton Ticino. Semplicemente sconcertanti le dichiarazioni del liberale Alex Farinelli. 

Come era prevedibile il Consiglio nazionale, ha respinto l’iniziativa votata dal parlamento cantonale ticinese, che chiedeva la modifica del codice delle obbligazioni per riconoscere come abusive le disdette di un contratto di lavoro qualora un lavoratore venga sostituito con un altro dipendente che a parità di qualifiche percepisce un salario inferiore.

 

La decisione presa dal Parlamento non è sorprendente. Il nostro parlamento è infatti dominato da coloro che difendono supinamente gli interessi dei padroni. Come sappiamo la legislazione del lavoro Svizzera è la più liberale tra quelle degli Stati europei e le tutele per i lavoratori sono de facto inesistenti.

 

E così anche una timida modifica del Codice delle obbligazioni che avrebbe sanzionato i licenziamenti che favoriscono il dumping, il peggioramento delle condizioni di lavoro e frenato la messa in concorrenza dei lavoratori da parte delle imprese (una pratica sempre più diffusa che gioca un ruolo importante nel peggioramento delle condizioni di impiego) è stata respinta dalla maggioranza del Consiglio nazionale. Così funzionano le cose nel nostro Paese.

 

Questa infausta decisione è stata chiaramente respinta dalla maggioranza dei parlamentari UDC, il partito dei discepoli di Blocher che difende gli interessi dei miliardari e del capitale, da sempre contrario a qualsiasi proposta che miri a rafforzare i diritti dei lavoratori e che con politiche subdole e odiose mira a dividere e colpevolizzare i lavoratori. Proprio coloro che hanno lanciato l’iniziativa prima i nostri si sono schierati contro la modifica del Codice delle obbligazione che avrebbe permesso di contrastare i licenziamenti sostitutivi e contro una misura che avrebbe permesso di ostacolare il dumping e la pressione sui salari, che come sappiamo, è uno dei più grandi che investono oggi il nostro mercato del lavoro.

 

L’attitudine dell’UDC non ci sorprende ed evidenzia ancora una volta le vere intenzioni dei promotori dell’iniziativa Prima i nostri, un’iniziativa populista che da un lato non migliora le condizioni contrattuali dei lavoratori e dall’altro veicola l’idea che siano proprio i lavoratori e non i padroni i responsabili del peggioramento delle condizioni di lavoro e della pressione sui salari.

 

Ma la proposta bocciata nei giorni scorsi al Nazionale è stata osteggiata anche da molti altri rappresentanti del padronato, tra questi il ticinese Alex Farinelli deputato del partito liberale e dirigente della Società svizzera degli impresari costruttori che ha argomentato il suo no con dichiarazioni a dir poco sconcertanti. Secondo Farinelli infatti l’iniziativa che vuole combattere i licenziamenti abusivi “non sarebbe stata sufficiente per affrontare la problematica del dumping in Ticino e avrebbe creato altri problemi in altre regioni svizzere”. Da non crederci, cose dell’altro mondo! Come può creare problemi un provvedimento che vuole combattere i licenziamenti abusivi per sostituire i lavoratori con altri meno pagati? In realtà l’iniziativa bocciata dal Nazionale avrebbe semplicemente ostacolato quelle pratiche odiose di cui si macchiano datori di lavoro privi di scrupoli che hanno trasformato il nostro mercato del lavoro in una vera e propria giungla. Ma d'altronde, caro Alex sappiamo bene da che parte stai….