Un Caffè andato di traverso

di RedQ

 

La conferma della scomparsa del Caffè della Domenica non è una buona notizia. Non che il domenicale locarnese sia stato, come molti vorrebbero far credere, un organo di sinistra, ma nel sempre più omologato e asfittico panorama mediatico ticinese, grazie ad alcune sue inchieste sulle malefatte delle cliniche private o del Municipio luganese ad esempio, emergeva in maniera dignitosa.

 

La scomparsa di questo tipo di giornalismo sarà ora riempita dallo strapotere mediatico del gruppo Corriere del Ticino, che tramite radio, televisione, quotidiano cartaceo e online, potrà condizionare l’opinione pubblica anche il settimo giorno della settimana.

 

Il fatto che la direzione del gruppo abbia impresso una virata editoriale sempre più a destra negli ultimi anni (arrivando ad ammiccare coi negazionisti climatici o del Covid-19), non può non preoccupare. Una situazione sempre più paragonabile a quella americana, dove salvo un paio di fogli illuminati riservati all’élite (New York Times e Washington Post), nella gran parte del territorio statunitense esiste un solo quotidiano, contribuendo fortemente all’omogeneizzazione conservatrice dell’opinione pubblica dell’America profonda.

 

Nel contesto storico cantonale di gravi difficoltà socio-economiche e sempre più dipendenti dai centri nevralgici d’Oltralpe, il berlusconismo degli zar mediatici di Muzzano avrà gioco facile nell’alimentare la guerra fra poveri per lasciare indisturbati la corte dei potentati locali di cui sono parte integrante.

Tratto da: