50 franchi per andare al pronto soccorso. Una decisione sbagliata, inutile e dannosa

PIAZZA APERTA - ASP 

Le camere federali, le scorse settimane, hanno accolto un’iniziativa parlamentare tendente a imporre una tassa di cinquanta franchi a chi si reca al pronto soccorso per problemi lievi. 

 

 

Lo scopo della misura, secondo i proponenti, consisterebbe nel “privilegiare i contatti con il medico di famiglia, sgravare i reparti di pronto soccorso e contenere l’evoluzione dei costi”. Ora la commissione dovrà preparare una modifica di legge da sottoporre al parlamento.

 

L’Associazione per la difesa del servizio pubblico (ASP) ritiene questa decisione sbagliata, inutile e dannosa.

 

Sbagliata, perché già oggi in Svizzera, i costi della salute sono sopportati in gran misura direttamente dai pazienti. La spesa complessiva, nel 2019, si è elevata a 82.1 miliardi di franchi e la ripartizione era stata la seguente:

  • Assicurati 64% (premi cassa malati e partecipazione diretta alle spese)
  • Stato 18%
  • Assicurazioni sociali 18%

 

In molti paesi europei la spesa è maggiormente socializzata, sia tramite contributi dello Stato, sia attraverso partecipazioni dei datori di lavoro.

 

Inutile, poiché è evidente che coloro che hanno un medico di famiglia non si recano al pronto soccorso. Ma i medici di famiglia, in Svizzera, sono purtroppo in numero insufficiente e, invece di penalizzare chi va al pronto soccorso, sarebbe utile che gli stessi vengano promossi e sostenuti.

 

Dannosa, poiché la tassa potrebbe far esitare un paziente a recarsi al pronto soccorso e in alcuni casi potrebbe risultare pericoloso in quanto non è facile stabilire se un sintono sia da attribuire a un problema lieve oppure se preannuncia un decorso grave.

 

Per quanto riguarda l’aggravio sui pronto soccorso, si tratta solo di una questione organizzativa. A questo riguardo, l’ASP, nel suo recente documento sulla pianificazione ospedaliera, ha formulato precise proposte intese a dotare i pronto soccorso di un diverso sistema di “triage” che dovrebbe permettere di ridurre le attese e di fornire rapide cure a chi ne ha bisogno.

 

Infine, riteniamo necessario far sapere ai cittadini che, ancora una volta, sono state fatte scelte che non possiamo condividere.