Frei Betto: «La crisi c'è ma Cuba va difesa»

di Claudia Fanti

 

Intervista. Parla lo scrittore e teologo della liberazione Frei Betto: «Conosco la vita quotidiana cubana, le difficoltà che affronta la popolazione, le critiche degli intellettuali e degli artisti».

 

Pochi conoscono Cuba meglio dello scrittore e teologo della liberazione brasiliano Frei Betto. Per quarant'anni, come ricorda lui stesso nel suo recente articolo sulle proteste registrate nell'isola, dal titolo «Cuba resiste», si è recato nel paese per «impegni di lavoro e inviti» vari. «Conosco in dettaglio – prosegue – la vita quotidiana cubana, comprese le difficoltà che affronta la popolazione, le sfide poste alla Rivoluzione, le critiche degli intellettuali e degli artisti. Ho visitato carceri, parlato con gli oppositori, convissuto con preti e laici cubani contrari al socialismo».

 

Eppure, per il frate domenicano, Cuba resta una fonte di ispirazione per tutti coloro che «lottano per un mondo più giusto». Perché è vero, scrive, che chi è ricco e va vivere a Cuba «conoscerà l'inferno», non potendo permettersi tutti i lussi a cui è abituato né «sfruttare il lavoro altrui», e chi appartiene alla classe media «vivrà il purgatorio». Ma per chi è povero, senza casa e senza terra, sarà come andare «in paradiso»: cibo, casa, lavoro, istruzione e assistenza sanitaria. Ed è per questo, ci dice, che Cuba merita la solidarietà degli attivisti e attiviste del mondo intero.

 

 

Ti hanno sorpreso le proteste contro il governo?

Cuba affronta, in questo momento, una congiuntura estremamente difficile. Oltre all'embargo, criminale e genocida, imposto dalla Casa Bianca, inasprito dalle 243 nuove misure restrittive adottate da Trump e ancora non revocate da Biden, si registra un declino dell'attività economica provocato dalla pandemia, soprattutto con il crollo del turismo che era una delle principali fonti di reddito del paese. Pertanto, considero normale l'insoddisfazione di una parte della popolazione, dovuta soprattutto alla scarsità di certi prodotti della dieta alimentare cubana. Non a caso il presidente Diaz-Canel è andato in strada a dialogare con i manifestanti, riconoscendo che le loro rivendicazioni sono giuste. Tuttavia ha ripudiato coloro che, sotto la spinta della controrivoluzione insediata a Miami, mirano a destabilizzare il paese, temendo che Biden adotti la stessa politica di flessibilizzazione dell'embargo seguita da Obama, il quale aveva riavviato le relazioni diplomatiche tra i due paesi e favorito l'incremento del turismo e del commercio.

 

Non sembra, però, che Biden abbia al momento questa intenzione. L'accanimento degli Usa contro Cuba continua

Gli Stati Uniti hanno sempre tentato di sabotare la Rivoluzione cubana, sia tramite l'embargo, che negli ultimi sessant'anni ha provocato al paese un danno di 144 miliardi di dollari (5 miliardi dei quali durante la pandemia), sia attraverso la fallita invasione della Baía dei Porci e dei successivi attentati terroristici dentro e fuori l'isola. Il governo ha già dimostrato l'esistenza di agitatori professionisti finanziati dai controrivoluzionari di Miami. Fortunatamente, però, malgrado le difficoltà, la maggioranza della popolazione resta salda nella difesa del socialismo e della sovranità di Cuba.

 

Come valuti l'attuale situazione economica dell'isola?

Cuba aveva due monete: il Cuc, il peso cubano convertibile equivalente al dollaro, che era usato dai turisti, e il peso (Cup), utilizzato dalla popolazione. 1 Cuc valeva 24 pesos. Ora, con l'unificazione delle due monete, si registra una crescita dell'inflazione come è avvenuto in Europa quando tutte le sue monete sono state unificate attorno all'euro. E questo, aggravato dalla pandemia, e considerando che Cuba importa più del 60% degli alimenti che consuma, crea molte difficoltà, soprattutto a fronte degli ostacoli che l'embargo impone alle importazioni e alle esportazioni dell'isola. Per finire, si assiste a una crisi energetica, che colpisce la produzione, le scuole e l'intera popolazione cubana.

 

Pensi che la risposta del governo alle proteste avrebbe potuto essere diversa? Il fatto che ci sia stato un morto, oltre a numerosi arresti, non ha danneggiato l'immagine del governo?

Ignoro le circostanze di questa morte, ma so che la polizia ha agito con rispetto nei riguardi dei manifestanti, procedendo ad arrestare solo quelli che hanno promosso atti di vandalismo, per esempio rompendo le vetrine dei negozi e danneggiando monumenti pubblici. Nulla di lontanamente paragonabile alle repressioni a cui si assiste nelle cosiddette democrazie dell'America latina, come in Brasile e come in tanti altri paesi.

 

E cosa rispondi a chi accusa Cuba di mancanza di democrazia?

Il ricambio elettorale non fa di per sé una democrazia. Il Brasile e l'India sono ritenuti paesi democratici, eppure sono un modello di miseria, esclusione e oppressione. La Rivoluzione, al contrario, assicura i tre diritti fondamentali dell'essere umano: cibo, educazione e assistenza sanitaria, oltre alla casa e al lavoro. Cuba, peraltro, è l'unico paese latinoamericano che è riuscito, grazie al suo progresso scientifico, a creare due vaccini contro il Covid: Soberana 2 e Abdala, un nome ripreso da un libro di José Martí in cui il giovane Abdala va in guerra per difendere la sua patria. Abdala presenta il 92,28% di efficacia in tre dosi. Entro agosto, il 70% degli 11 milioni di abitanti dell'isola saranno vaccinati. Gli Stati uniti registrano 1.724 morti per milione di abitanti contro i soli 47 di Cuba.

 

Hai scritto che la resilienza del popolo cubano, nutrita da esempi come Martí, Che Guevara e Fidel, si è dimostrata invincibile. La Rivoluzione ce la farà anche questa volta?

Vivere in un paese socialista è come vivere in quelle micro società socialiste costituite da conventi e monasteri, dove vivo io. Bisogna pensare, in primo luogo, alla collettività. Il che non è facile. Allora è normale che ci sia chi ponga i propri interessi individuali al di sopra di quelli comunitari, gravitando nell'orbita del sogno americano. Ed è qui che, nel caso di Cuba, interviene la controrivoluzione finanziata dagli Stati uniti, le cui imprese e i cui milionari non si sono mai fatti una ragione, fino ad oggi, di aver perso i propri beni con il successo della Rivoluzione. Tutti coloro che lottano per un mondo più giusto devono esprimere solidarietà nei confronti del popolo cubano.

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