Rotta balcanica, violenza e respingimenti irregolari. La SEM da che parte sta?

Comunità curda ticinese

 

Ormai da quasi tre anni, i migranti delle zone medio orientali, per sfuggire ai respingimenti violenti, che avvengono sulla rotta che attraversa il confine tra Bosnia Erzegovina e Croazia, scelgono la Romania come corridoio di transito.

La Romania si è pertanto trovata a dover gestire in poco tempo e in periodo di Covid, un afflusso sempre maggiore di migranti.

 

Molti di loro arrivano dalla Turchia, per sfuggire a carcerazioni e torture inflitte dalla dittatura di Erdogan, con false accuse di terrorismo.

 

Sono dissidenti politici, giornalisti, attivisti, avvocati, che hanno come unica colpa quella di non piegare la testa dinanzi ad un dittatore.

 

Purtroppo, come già accaduto in Grecia, la Romania, oltre a non avere strutture idonee per l'accoglienza, sta effettuando rimpatri in massa verso la Turchia, senza esaminare le eventuali richieste d'asilo, ma costringendo chi si trova ad attraversare questa nazione, a richiedere protezione.

 

Chi riesce a fuggire in altri paesi d'Europa, si trova perciò, costretto ad essere rinviato in Romania, sulla base della presunta applicazione del Regolamento Dublino.

 

Maestra, in questa pratica di rinvii, sulla scorta del Regolamento Dublino è sicuramente la Svizzera, che finge di ignorare l'art. 3 di detto regolamento e i principi della Convenzione di Ginevra, in base ai quali nessuno può essere rinviato in un paese dove rischia il rimpatrio nel proprio e dove a seguito di questo rimpatrio subirà trattamenti inumani e degradanti.

 

In quest’ultimo periodo, la Svizzera sta decidendo rinvii verso la Romania di cittadini turchi dissidenti, pur sapendo che rischiano di essere rimpatriati in Turchia, dove come minimo saranno incarcerati a vita.

 

Non solo sta effettuando questi rinvii, ma addirittura per costringere le persone ad accettare di andare in Romania, le colloca in celle di isolamento, senza possibilità di contatto alcuno con l'esterno, dicendo addirittura loro che le persone a loro vicine non si stanno più interessando del caso.

 

Questa è tortura psicologica, che una nazione democratica come la Svizzera non può accettare.

 

La comunità curda/turca presente in Svizzera, chiede che la SEM blocchi immediatamente tutti i rinvii verso la Romania e che metta in libertà le persone che attualmente sono detenute in vista di questi rinvii, per occuparsi della loro domanda d'asilo.

 

La nostra comunità non smetterà di fare pressione finche questo non avverrà.