di Franco Cavalli
Vi parlo oggi a nome del comitato "Iniziativa Infermiere SI" (di cui sono uno dei 4 Co-presidenti) creato a livello nazionale soprattutto da Rüdi Joder, padre spirituale dell'iniziativa, durante quasi 15 anni consigliere nazionale UDC.
Noi vogliamo soprattutto dar voce alle preoccupazioni della popolazione, che teme a giusto titolo di essere presto vittima della mancanza di infermiere. Basterebbe pensare al disastro che sarebbe capitato se durante le varie ondate della pandemia, le nazioni vicine avessero ritirato (come ne avevano diritto) il personale frontaliero!! Ma le previsioni per i prossimi decenni sono univoche: una mancanza simile di personale sarà la norma se non ci saranno cambiamenti fondamentali. E questo cambiamento fondamentale ci sarà solo se l'iniziativa verrà approvata. Il contro-progetto, che entrerà in funzione in caso di rigetto dell'iniziativa, difatti servirà a poco o niente. Vediamone il perché.
Oggi quasi la metà degli infermieri nel giro di 12-13 anni abbandonano la professione a causa delle sempre più stressanti ed inaccettabili condizioni di lavoro. Il controprogetto non si occupa affatto di questa che è la causa principale e dominante della mancanza di personale infermieristico. Il controprogetto si limita a mettere a disposizione fondi per aumentare il numero delle infermiere che si formeranno. Ma se queste poi abbandonano la professione, poco cambierà! Oltretutto questi fondi sono aleatori: saranno i cantoni, come per i sussidi di cassa malati, a decidere quanti soldi prelevare dalle casse federali, visto che dovranno poi metterci l'equivalente. E come è andata a finire con i sussidi per le casse malati lo sappiamo purtroppo bene tutti.
Gli iniziativisti affrontano invece i due aspetti centrali del problema: migliorare le condizioni di lavoro e stabilire il numero minimo di infermiere diplomate che devono essere presenti nei vari ambienti di cura. E la soluzione di questi due nodi centrali è anche e forse soprattutto nell'interesse dei pazienti. Diversi studi internazionali ed anche uno svizzero, riferiti a centinaia di migliaia di pazienti, hanno chiaramente dimostrato che aumentando la presenza costante delle infermiere migliorano i risultati: meno morti, meno complicazioni, meno riammissioni, degenze più brevi. Tutto ciò fa sì che nonostante l'aumento del numero del personale curante alla fine i costi diminuivano in tutti questi studi in modo significativo.
La propaganda degli avversari secondo i quali l'accettazione dell'iniziativa farebbe aumentare i costi e quindi anche i premi di cassa malati è dunque solo demagogia. Secondo la nostra associazione non c'è quindi nessun argomento valido per non votare SI il prossimo 28 novembre.