di Franco Cavalli, presidente MediCuba Europa
Lo scorso 22 novembre Nature, una delle due più importanti pubblicazioni scientifiche mondiali, ha pubblicato un lungo articolo redazionale intitolato “Cuba vince la scommessa dei vaccini”.
L’autorevolezza della fonte dovrebbe finalmente convincere anche i più scettici, che spesso avevano finora accolto con sorrisetti ironici le notizie sull’efficacia dei vaccini sviluppati a Cuba contro il Covid. Nature conferma che i due principali tra i cinque vaccini cubani contro Sars-CoV-2 (Soberana 02 e Abdala) hanno un’efficacia perlomeno equivalente ai migliori vaccini che abbiamo a disposizione nei Paesi ricchi e che nel frattempo quasi tutta la popolazione cubana è stata ormai vaccinata, ciò che non si può definire se non un vero e proprio miracolo.
Difatti, come si deve sempre fare quando si discute di Cuba, anche in questo caso dobbiamo tener presente il blocco economico con cui da oltre 60 anni il governo statunitense cerca di strangolare l’isola caraibica. Praticamente tutto quanto capita a Cuba dipende difatti da questo bloqueo. Per chi ancora sostiene che questa guerra economica, condannata ogni anno quasi all’unanimità dall’assemblea generale dell’Onu e contraria a ogni diritto internazionale, abbia un qualche scopo ideale, vale la pena ricordarne la storia.
Tutto è iniziato nel giugno del 1959 quando il presidente Eisenhower decise le prime misure di ritorsione economica, siccome con la necessaria riforma agraria, il governo dell’Avana aveva toccato gli interessi economici di alcuni miliardari americani con grossi possedimenti sull’isola. Quando poi Che Guevara nazionalizzò dapprima quelle raffinerie, che si rifiutavano di occuparsi del petrolio che arrivava dall’Unione Sovietica e poi i principali settori economici, in gran parte dominati dai monopoli americani, la guerra economica divenne totale, anche se fu solo un paio di anni più tardi che questa venne poi ratificata dal Congresso. L’asfissiante blocco economico, che in 60 anni ha causato danni per molte centinaia di miliardi di dollari a Cuba, raggiunse il massimo della sua illegalità nel 1996, quando il Congresso promulgò la famigerata legge Helms-Burton, con la quale gli Stati Uniti si arrogano il diritto di punire qualsiasi persona o entità economica che in qualsiasi parte del mondo osi avere rapporti economici con l’Avana.
Non dimentichiamo poi che Washington ha sempre anche sottolineato che “tutte le opzioni erano sul tavolo”: oltre all’invasione fallita alla Baia dei Porci ci furono dunque decine di atti terroristici organizzati o tollerati da Washington con centinaia di vittime.
È significativo che la Helms-Burton fu proclamata quando tutto indicava che Cuba stava uscendo dalla situazione disastrosa del “periodo especial”, provocato dalla scomparsa dell’Unione Sovietica, che fece perdere all’isola metà del suo prodotto interno lordo. Questa crisi aveva creato a Washington molte aspettative di una rapida caduta del governo cubano. Siccome ciò non avvenne, si decise d’intensificare la guerra economica con la Helms-Burton.
Qualcosa di simile è stato fatto da Trump, che approfittando della pandemia ha letteralmente cercato di affamare l’isola, arrivando ad applicare multe stratosferiche a chi trasportava qualsiasi bene a Cuba e proibendo ai cubani che vivono negli Stati Uniti di mandare soldi ai loro parenti sull’isola. Tutto ciò e la scomparsa a causa della pandemia del turismo hanno causato l’attuale crisi economica.
Sa quindi del miracoloso che, nonostante tutto ciò, il settore biotecnologico cubano sia riuscito a sviluppare degli ottimi vaccini per combattere il Covid-19. Questi si basano su una tecnologia tradizionale, che sfrutta per stimolare il sistema immunologico umano piccole parti della proteina virale. Questi prodotti hanno oltretutto il vantaggio di non richiedere, come è il caso per i moderni vaccini mRNA, di essere conservati a temperature molto basse, per cui sono ideali per i Paesi del Terzo Mondo, soprattutto quelli tropicali. Dopo aver vaccinato tutta la sua popolazione, Cuba sta quindi iniziando a esportarli. Già un anno fa il rappresentante dell’Oms all’Avana mi aveva detto che i vaccini cubani rappresentavano una grande speranza per i Paesi poveri, che ancora adesso stanno ricevendo solo quantità minime dei vaccini occidentali.
Dopo essere riuscita inizialmente a ben controllare la pandemia, Cuba ha sofferto di un’ondata abbastanza grave dalla primavera di quest’anno, dopo che nel periodo natalizio i contatti tra i cubani al di qua e al di là dello stretto della Florida avevano fatto salire i contagi. Inoltre, sempre a causa del bloqueo, la produzione su larga scala dei vaccini è stata ritardata di mesi per la mancanza di alcuni componenti essenziali. La vaccinazione di tutta la popolazione ha poi richiesto un grosso sforzo della solidarietà internazionale coordinata dalla nostra associazione mediCuba-Europa, che ha fornito gran parte del materiale necessario. Anche questo un piccolo miracolo. Ma come diceva il Che “la solidarietà è la tenerezza dei popoli”.