PSE: ancora una volta vince il magna-magna

di RedQ

 

A Lugano, l’arroganza del potere omologante fa apparire normale che l’esecutivo ordini la demolizione di uno stabile in piena notte senza curarsi di licenze o di minime precauzioni per la salute pubblica della cittadinanza. Un’aberrante normalità in cui lo sventurato che osasse porre delle democratiche domande, viene prontamente messo alla gogna dai giullari di corte.

 

Figurarci quale dibattito democratico possa svilupparsi quando la posta in gioco sono centinaia di milioni pagati dalla collettività su i quali la solita greppia potrà lucrare. I 350mila di franchi di pubblicità invasiva a favore del Pse la dicono lunga sulla libera costruzione dell’opinione pubblica. In fondo, quei 350mila franchi son pochi spicci a fronte di profitti da centinaia di milioni intascati dai Crédit Suisse e Hrs e la corte subappaltante. A pagar quelle centinaia di milioni in comode rate per i prossimi decenni saranno anche quel 40% di cittadini luganesi a cui è consentito pagare le tasse ma non esprimersi sul loro utilizzo. Imposte che cresceranno per pagare i privati azionisti mentre le spese sociali dovranno esser forzatamente tagliate.

 

A Lugano, come nel Cantone, a dominare è il trio Lega-Plr-Udc, il partito trasversale neoliberista del meno tasse e meno Stato. L’aumento del moltiplicatore cittadino diventa magicamente giustificato quando serve a far guadagnare banche e immobiliaristi, mica aiutare la povera gente. Che dire poi dell’ignobile ricatto ai tifosi di calcio o alle numerose famiglie con bimbi che praticano sport? Niente torri e niente palazzoni da nove piani? Scordatevi i campi sportivi. L’incapacità d’amministrazione di una città paralizzata da quarant’anni in attesa del nuovo stadio e impianti sportivi, cancellata dal ricatto e da un’inutile colata di cemento per una città che da anni perde abitanti. I vertici dei «socialisti» luganesi? Degni compari, nella speranza nemmeno nascosta di poter guadagnar qualche briciola.

 

Qualche nota consolante (e imprevista nei suoi numeri) arriva dagli oltre novemila luganesi con diritto di voto che non si son fatti convincere dai ricatti. Tra i quasi 12 mila che han votato sì, vi è da scommetterci che gran parte di loro lo abbia fatto solo per lo sport, non certo per quei palazzoni speculativi. Ed era l’unica cosa per cui tutti i luganesi erano d’accordo. Ma a Lugano, ancora una volta, il terzetto leghista-liberale-pipidino non riesce a concepire un progetto a fin di bene pubblico, senza che i loro compari possano mangiarci.

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