Il popolo ha deciso. Forse ora il Consiglio Federale si sveglierà?

L'editoriale Q35 - dicembre 2021

 

Non ci capita spesso di brindare ai risultati delle domeniche di votazioni federali, ma la sera del 28 novembre l’abbiamo fatto. Qualche preoccupazione, soprattutto per il risultato sulla legge Covid, l’avevamo. La tambureggiante e multimilionaria campagna degli oppositori l’aveva difatti fatta da padrone nelle settimane precedenti, mentre per il SÌ quasi nessuno si è speso veramente a fondo.

Ci saremmo aspettati qualcosa di più soprattutto dall’area rosso-verde ma anche dai sindacati, che dovrebbero avere la salute dei lavoratori come loro preoccupazione principale. Per questa ragione per esempio in Italia i COBAS si sono sin dall’inizio schierati chiaramente a favore di un Green Pass obbligatorio per andare a lavorare.

 

Per fortuna è però andata bene. Anzi il risultato è stato addirittura migliore di quello di sei mesi fa e ciò nonostante una partecipazione al voto molto alta, rispetto ad altre consultazioni popolari. Probabilmente le dimostrazioni, talora addirittura violente, dei settori più estremi dei No Vax, e l’esplosione di ogni sorta di teorie complottiste e ciarlatanesche hanno fatto scattare una reazione «di buon senso» in tutta una parte della popolazione, soprattutto tra quella già vaccinata, che magari di solito è troppo pigra per andare a votare. Meglio così, perché un NO alla legge Covid avrebbe rappresentato un messaggio estremamente negativo, che avrebbe spostato ancora più a destra l’asse delle discussioni ideologiche nel paese. Non siamo difatti per niente d’accordo con coloro che storcono il naso quando le manifestazioni degli oppositori al certificato Covid vengono definite di destra o addirittura di estrema destra. Secondo loro non si potrebbe appiccicare questa etichetta alle suddette manifestazioni perché tra gli oppositori c’è anche gente che di solito non vota a destra, talora addirittura a sinistra. Questo ragionamento è però chiaramente fallace. In questi casi ciò che conta è difatti chi egemonizza il movimento (Gramsci docet). In Germania è stata l’AfD, in Austria la FpÖ, in Italia Casa Pound e varie altre correnti fascio-legaiole, ma anche da noi a dominare sono stati i settori più aggressivi dell’UDC e simili. Anche per questo il risultato ci rallegra.

 

Altrettanto si dica per l’iniziativa «Per cure infermieristiche forti», che non solo ha conseguito una chiara maggioranza di votanti, ma si è addirittura affermata in tutti i cantoni, salvo Appenzello interno. È da almeno 50 anni che un’iniziativa popolare importante non otteneva un risultato simile ed è la prima volta che un’iniziativa emanazione del mondo del lavoro viene accettata dal popolo. Questo ci fa particolarmente piacere perché il ForumAlternativo si era molto impegnato nel sostenere in vari modi questa iniziativa. A piè di pagina ripubblichiamo quindi il comunicato stampa che abbiamo inviato ai media domenica 28 novembre già prima delle 13 (probabilmente siamo stati i primi a farlo), ma che come è ormai consuetudine è stato completamente ignorato dai giornalisti. Questa vittoria sottolinea anche uno dei principi che il ForumAlternativo difende da sempre: le battaglie politiche si vincono solo se poggiano su un importante movimento popolare. E la mobilizzazione delle infermiere è stata spettacolare: noi faremo il possibile affinché si prolunghi nel tempo, anche perché sarà sicuramente necessario.

 

Di fronte a questi due risultati molto netti il Consiglio Federale dovrebbe ora finalmente fare ciò che avrebbe già dovuto fare da molto tempo. Difatti il nostro governo, tetanizzato dalla paura del risultato del referendum contro il certificato Covid, da settimane non sta facendo assolutamente niente, anche se la situazione pandemica sta rapidamente peggiorando. Questa inaccettabile passività ci ricorda quanto i capitato l’anno scorso: già in ottobre il CF avrebbe dovuto prendere misure efficaci, ma per oltre due mesi se n’è lavato le mani, lasciando la responsabilità ai cantoni. Solo quando Economie Suisse disse che era ora di fare qualcosa, finalmente in dicembre si presero le misure del caso. Ma questa inerzia ci è costata, come abbiamo dimostrato in diversi articoli dei nostri i Quaderni, varie centinaia di decessi. Da questo però il nostro Governo sembra non aver imparato niente, anche se all’inizio dell’anno addirittura il Presidente Parmelin (UDC!) aveva riconosciuto che probabilmente si era agito con troppo ritardo. Ammesso ma non concesso che l’attesa del risultato del 28 novembre poteva essere una scusante, ora il Consiglio Federale non può però più nascondersi dietro a nessun dito.

 

Lo stesso vale anche per il tema delle condizioni di lavoro del personale infermieristico. Da anni non solo i cantoni (proprietari degli ospedali pubblici), ma anche la Berna federale hanno fatto finta di non vedere la grave crisi che si stava sviluppando nel settore delle cure infermieristiche ed hanno snobbato tutti gli studi che prevedevano una mancanza catastrofale di infermiere a breve scadenza. C’è voluta l’iniziativa popolare dell’Associazione Svizzera delle Infermiere (ASI) per suonare la sveglia: ma anche dopo la rapida riuscita della raccolta delle firme, il Consiglio Federale ha continuato a non capire, opponendosi non solo all’iniziativa ma addirittura ad ogni idea di controprogetto. Quest’ultimo è stato poi portato avanti, anche se in modo un po’ raffazzonato, dal Parlamento. Ora il popolo e praticamente tutti i cantoni hanno detto che è assolutamente necessario che il Consiglio federale si svegli: il testo dell’iniziativa prevede che entro 18 mesi il governo emani ordinanze per migliorare soprattutto le condizioni di lavoro nel settore infermieristico. Non ci meraviglieremmo però che la stagione invernale ed i meandri politichesi della Berna federale ricaccino il nostro governo in un nuovo letargo.

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