«Stiamo rincorrendo la catastrofe. L’avremo!”

Intervista al premio Nobel Jacques Dubochet

di Franco Cavalli

 

Jacques Dubochet, nato nel 1942, è stato professore ordinario di biochimica all’Università di Losanna. Nel 2017 gli è stato conferito il premio Nobel in chimica per il suo contributo alla scoperta della crio-microscopia elettronica.

 

Dubochet è stato da sempre un militante della sinistra: il suo impegno ora si concentra soprattutto nel sostenere la gioventù che si batte per evitare il disastro climatico. Di ciò ha parlato recentemente anche al Liceo di Lugano e su questo tema ci ha concesso un’intervista.

 

 

Ma sei veramente convinto che la crisi climatica sia un pericolo tanto enorme, anche a breve scadenza, e se sì perché?

Io constato semplicemente ciò che capita nella natura. E lo trovo molto inquietante. Inoltre imparo molte cose da tutti coloro che stanno studiando il fenomeno molto più intensamente di me. Tutti dicono la stessa cosa: stiamo andando a sbattere contro un muro. Se continuiamo così, la nostra civilizzazione non sopravviverà. Il crollo è ormai già cominciato.

 

In questo numero dei Quaderni pubblichiamo una documentazione, che è stata discussa in dettaglio su Le Monde, relativa al grande aumento delle perforazioni alla ricerca di nuove energie fossili nel Grande Artico. È qualcosa che ti fa molta paura?

Cosa? Dobbiamo cessare di bruciare del carbone e delle energie fossili! Per non andare oltre 1.5 gradi, bisogna uscire dal carbone e dalle energie fossili nei prossimi 10 anni. Il budget carbone che ci resta lo avremo ormai superato da un pezzo, molto prima che queste esplorazioni attualmente in corso esauriscano la loro produzione. Dobbiamo assolutamente esigere la chiusura di queste esplorazioni. Iniziarne delle nuove è follia pura. Stiamo rincorrendo la catastrofe: l’avremo!

 

Eri d’accordo con la legge CO2, che è stata rifiutata per poco nella recente votazione popolare, o la trovavi troppo debole?

Ho votato SÌ, ma capisco anche che diversi della nostra area abbiano potuto votare NO. La legge era molto debole. Questa legge non avrebbe neanche permesso di uscire dal carbone fossile entro il 2050 e per i prossimi 10 anni semplicemente faceva la contabilità della marcia verso la catastrofe. Quando capiremo finalmente che bisogna cambiare di ritmo, modificare il nostro modo di pensare e probabilmente cambiare la nostra società?

 

La votazione sulla legge CO2 ha dimostrato ancora una volta che, quando bisogna fare dei sacrifici economici, molti chiudono gli occhi. Come possiamo combinare le trasformazioni ecologiche con dei miglioramenti sociali, per evitare delle reazioni tipo «gilets jaunes»?

Quando si vuole, si può. Il 15 marzo 2020, quando il numero dei malati di Covid 19 si moltiplicava per 10 ogni settimana, quando il collasso del sistema sanitario era ormai annunciato per la fine del mese, il Consiglio federale ha decretato gli arresti domiciliari per tutta la popolazione. Ora, per il clima le scadenze non si misurano in settimane, ma in qualche anno. L’anno scorso si trattava di salvare il sistema sanitario, questa volta invece si tratta della sopravvivenza di tutta la società. Come vedi, quando si vuole, si può. Quando ci daremo finalmente una mossa?

 

La crisi climatica e la pandemia hanno mostrato che una parte non indifferente della popolazione è scettica sui risultati della scienza o, ciò che è ancora peggio, pensa che quasi tutti gli esperti sono «al servizio del potere». Tutto ciò ti fa paura? Cosa possiamo fare per migliorare questa situazione?

I NO VAX e i sostenitori delle fake news fanno molto baccano, ma non sono dominanti nella società. È la mancanza di coraggio del Consiglio federale e del nostro Parlamento a creare le condizioni di questo loro pseudo-successo. Per venire a capo del Covid e per affrontare la crisi climatica e della nostra vita, abbiamo bisogno di dirigenti coraggiosi e realisti. Allora gli apostoli delle fake news non avranno più scampo… È il nostro compito di stimolare i nostri dirigenti e, se necessario, di sceglierne degli altri.

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