Terza corsia, no grazie!

di Fabio Dozio

 

Si è conclusa la consultazione sul progetto di potenziamento dell’autostrada Lugano Mendrisio (PoLuMe). I cittadini del Mendrisiotto, e non solo, si oppongono fermamente.

Più strade uguale più traffico.

 

Chissà cosa intende la consigliera federale Simonetta Sommaruga quando afferma che: “un requisito per l’approvazione del progetto da parte del Consiglio federale è che la regione sostenga il progetto e che le esigenze ambientali possano essere soddisfatte”.

 

Si riferisce all’ampliamento dell’autostrada che collega Lugano a Mendrisio con una terza corsia dinamica. La corsia di emergenza messa in funzione nei momenti di maggior traffico: al mattino in direzione nord, in serata verso sud.

 

Berna ascolterà il Governo ticinese (ma dove vivono lor signori?) che si è espresso a favore, o i Municipi, i Consigli comunali, le petizioni, le Associazioni di Cittadini per il territorio (Mendrisiotto e Luganese), l’Associazione traffico e ambiente, la STAN, Società ticinese per l’arte e la natura, l’Iniziativa delle Alpi e l’ASTUTI (Associazione ticinese utenti dei traporti pubblici) che affermano con forza l’insensatezza del progetto?

 

Sarà un bel banco di prova per la democrazia partecipativa di questo Paese.

 

Più strade più traffico

L’autostrada a sud di Lugano è molto trafficata, non ci sono dubbi. Ma per ovviare a questo problema ha senso aumentare la capacità della strada?

 

La risposta è chiara: no, perché è una soluzione vecchia. Già nel 1969 gli esperti di traffico descrivevano l’effetto perverso dello sviluppo delle strade: “Autostrade e circonvallazioni generano traffico, – scriveva J.J. Leeming – cioè producono traffico addizionale, nei seguenti modi: a) inducendo le persone a effettuare spostamenti che non avrebbero altrimenti intrapreso rendendo il nuovo percorso più conveniente del vecchio; b) facendo deviare le persone dal loro percorso precedente e spesso più diretto per usufruire dei vantaggi in termini di tempo della nuova strada; c) facendo affluire per shopping e visite alle città bypassate dalle circonvallazioni più persone e quando il traffico di attraversamento scoraggiava questo genere di spostamenti”.

 

Anche da noi se ne parla da decenni. Il documento Ticino 2001, una concezione di mobilità ecologica, pubblicato nel 1987 dall’ATA (Associazione Traffico e Ambiente) denunciava il folle aumento del traffico motorizzato privato. “È esperienza comune che se nuove strade danno un po’ di respiro, il sollievo è di breve durata”, scriveva l’allora presidente Carlo Lepori.

 

Logica obsoleta

Dunque, vecchia storia e logica superata da decenni. Eppure l’USTRA (Ufficio federale delle strade) non demorde e propone il potenziamento stradale. Lo stesso ingegner Fioroni, responsabile USTRA per il Ticino, ha ammesso, in un incontro informativo con i comuni della regione, – come riferiscono i Cittadini per il territorio del Mendrisiotto – che una diminuzione anche modesta del traffico individuale motorizzato renderebbe inutile il progetto. A maggior ragione oggi, dopo la pandemia che ha dimostrato che è possibile ridurre la mobilità introducendo forme di lavoro a distanza. Le proiezioni sul traffico futuro sono poco affidabili, perché il numero dei frontalieri potrebbe modificarsi e in Ticino si prevede una riduzione del numero di abitanti.

 

La procedura di consultazione su PoLuMe si è conclusa a fine aprile. Anche la STAN ha preso posizione sottolineando che “Il Luganese e il Mendrisiotto sono le due regioni più inquinate della Svizzera, con l’esposizione della popolazione a valori oltre la soglia legale di numerosi inquinanti dell’aria”. I Cittadini per il territorio del Mendrisiotto mettono in guardia sull’aumento di traffico merci su gomma che scaturirà dal raddoppio del tunnel del San Gottardo.

 

Territorio martoriato

Il traffico stradale più fluido rischia di spostare utenti dalla ferrovia alla strada. L’aumento del traffico porterà maggiore inquinamento e inoltre – sottolineano i Cittadini per il Territorio del Mendrisiotto – “la costruzione di due nuovi svincoli a Grancia e a Melano (occupando nel secondo caso un terreno pregiato), l’allargamento del ponte diga di Melide e la realizzazione di diversi altri manufatti, non corrispondono al rispetto del territorio. Inoltre, i cantieri stravolgeranno il territorio, già sottoposto a grandi pressioni, per una decina d’anni”.

 

Non sono solo le associazioni ambientaliste a denunciare gli effetti negativi del potenziamento dell’autostrada. Nel rapporto esplicativo del Programma di sviluppo strategico delle strade nazionali (POSTRA) si legge: “D’altro canto gli interventi di sistemazione e i progetti di ampliamento hanno conseguenze negative per l’ambiente sotto diversi punti di vista”; ”La corsia dinamica o sistemi di gestione del traffico possono ridurre le code, ma anche aumentare traffico ed emissioni inquinanti”; “i progetti di potenziamento 2023 hanno un impatto negativo sull’ambiente a causa dell’impermeabilizzazione del suolo, sulle falde freatiche e sul paesaggio, oltre alle maggiori emissioni inquinanti e di gas serra, nonché al superiore consumo di energia dovuti all’aumento di capacità stradale”. Non da ultimo, gli esperti bernesi sentenziano: “Considerato che gli ampliamenti consentiranno di fluidificare il traffico e ridurre le code soprattutto nelle ore di punta mattutine e serali, non è da escludere una certa competizione con il trasporto pubblico”.

 

In queste condizioni, segnalate dai suoi funzionari, come farà Simonetta Sommaruga a “soddisfare le esigenze ambientali” della regione?

 

Mobilitazione nazionale il 17 settembre

L’investimento previsto supera il miliardo di franchi. In parte si tratta di realizzare opere di manutenzione delle gallerie e su questo sono tutti d’accordo, ma la terza corsia va combattuta perché bisogna puntare su alternative sostenibili ed ecologiche, pensando all’impegno della Confederazione di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Invece di potenziare la rete stradale si deve incentivare l’uso della ferrovia e del trasporto pubblico: per esempio, bus elettrici che permettano ai pendolari di rinunciare all’automobile, creando posteggi alle frontiere e anche trasporti aziendali e auto condivise.

 

È necessario un vero cambio di paradigma: se TILO è considerata una S-Bahn, va fatto un passo ulteriore e il treno deve diventare una metropolitana regionale. In questi settori vanno investiti dal Dipartimento dei trasporti e delle comunicazioni i milioni che ora sono previsti per le strade.

 

Il Dipartimento diretto da Sommaruga non si occupa solo dell’autostrada ticinese, ma prevede interventi anche nel resto della Svizzera, con investimenti miliardari. Per contrastare questi progetti si è costituito un gruppo (Verkehrschwende, jetzt) che vuole opporsi al potenziamento della rete autostradale. È già stata fissata una giornata di mobilitazione nazionale il prossimo 17 settembre sul tema della mobilità del futuro. I cittadini e le associazioni sensibili sono invitati fin d’ora a organizzare eventi per una mobilità socialmente giusta ed ecologica. In Ticino si prevede di manifestare a livello regionale, tra Maroggia e Melano, per opporsi al progetto PoLuMe.

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