Tre settimane con i promotori di salute nel Chiapas

di Bernard Borel, pediatra, Aigle

 

Per tre settimane ho avuto il privilegio di partecipare, grazie a un progetto della Centrale Sanitaria della Svizzera Romanda (CSSR), alla vita e al lavoro della ONG Madre Tierra Mexico (MTM), che è regolarmente sostenuta dalla Federazione ginevrina di cooperazione.

Questa mia visita è avvenuta poche settimane fa, quando il Messico, come sta avvenendo anche in Svizzera, stava cercando di uscire dalla pandemia ed aveva appena riaperto ufficialmente le scuole dopo due anni di chiusura totale.

Ma da quasi un anno il Chiapas è purtroppo teatro della penetrazione sempre più importante delle reti dei narcotrafficanti soprattutto nelle zone di frontiera con il Guatemala, ragion per cui soprattutto nelle zone rurali molti insegnati non hanno ripreso la loro attività a causa della crescente insicurezza. A seguito della pandemia, molti ragazzi hanno inoltre avuto una copertura sanitaria, in particolare per quanto riguarda le vaccinazioni, molto insoddisfacente. Attualmente quindi in gran parte del Chiapas, dove si registra un livello di povertà incredibile per una nazione che ha molte risorse, si vive in una sorta di deserto educativo e sanitario. È in questo contesto molto difficile che lavorano i promotori di salute: sono quasi gli unici a essere costantemente in contatto con le comunità rurali, dalle quali provengono e con le quali continuano di solito a vivere. E questo spesso a rischio della loro integrità fisica: il 30 aprile, due promotori ben conosciuti e la loro figlia sono state vittime di una odiosa aggressione da parte di narcotrafficanti che si erano travestiti da poliziotti.

 

 

Madre Tierra Mexico, la coordinatrice del lavoro dei promotori

Il lavoro di MTM consiste nel formare e supervisionare i promotori, soprattutto su dei temi di promozione della salute e di prevenzione delle malattie. Tanto per fare degli esempi, controllano la costruzione delle latrine secche (che permettono di recuperare gli escrementi come fertilizzanti) e il funzionamento dei forni a legna, in modo da evitare che donne e bambini vivano in un ambiente pieno di fumi nocivi. Assieme ai loro colleghi del settore della cosiddetta permacultura, insegnano alle famiglie, grazie a piccoli progetti comunitari, a piantare degli alberi da frutta e a creare dei piccoli orti che possono produrre delle verdure.

 

Il principale limite è rappresentato dalla mancanza d’acqua, che sovente basta appena per calmare la sete ed è spesso addirittura insufficiente per l’igiene personale. MTM attualmente è quindi molto coinvolta nel cercare di risolvere questo problema, scavando pozzi profondi o creando collegamenti con sorgenti vicine, installando quindi anche semplici filtri per garantire la qualità dell’acqua. Ciò a noi sembra abbastanza semplice, ma in realtà non lo è per niente: i promotori devono perciò visitare regolarmente le varie famiglie, ricordando il buon uso delle latrine, dei forni e insistendo sull’importanza degli orti. Tutto ciò è organizzato a livello della comunità, che talora si occupa anche di organizzare la coltura dei funghi, la piscicoltura o ancora l’organizzazione dei pollai collettivi.

 

Tutto ciò non funzionerebbe senza l’intervento paziente dei promotori di salute, che, fatto molto importante, sono stati scelti dalla popolazione locale. Questi promotori approfittano delle riunioni regolari con i responsabili delle varie comunità per ricordare continuamente i principi dell’igiene personale, dell’uso dello spazio pubblico, ma anche p. es. per sottolineare la nocività di bevande industriali quali la Coca-Cola, di cui purtroppo a quelle latitudini si fa un uso smodato, ciò che è una delle cause dell’incidenza estremamente alta di casi di diabete.

 

Perciò attualmente i promotori vengono ulteriormente formati affinché siano in grado, oltre a controllare lo sviluppo e la crescita dei bambini, di assolvere a compiti anche più complessi come quello della diagnosi precoce del diabete.

 

 

Promotori, essenziali ma non riconosciuti

Tutta l’attività dei promotori si esplica nell’ambito di un lavoro collettivo, ciò che permette di consolidare l’organizzazione comunitaria. Come è tipico attualmente nel Chiapas, tutto si basa su un vero esercizio di democrazia partecipativa e niente si fa senza l’approvazione comunitaria, anche se il processo può richiedere parecchio tempo.

 

D’altra parte ciò permette al promotore di consolidare la sua autorità.

 

I suoi compiti sono estremamente pesanti e oltretutto in un contesto di grande insicurezza. Ogni spostamento comporta un rischio ed è perciò che lo Stato non manda più il suo personale. Nonostante ciò e malgrado una formazione sempre più puntuale e standardizzata, questi promotori non vengono riconosciuti dallo Stato, come capita anche tra l’altro per le levatrici, siccome per l’ostetricia in Messico si riconoscono solo i medici quali professionisti del campo. A niente serve il fatto che la formazione di questi promotori di salute si basa sulle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per quanto riguarda le cure primarie. Sul posto si spera di riuscire un giorno a far riconoscere questo lavoro come porta d’accesso a tutto il sistema sanitario.

 

Nel frattempo sono solo delle ONG come MTM che assicurano i loro salari e quindi la loro situazione è estremamente precaria. Proprio perciò progetti come quelli della Centrale Sanitaria Romanda sono così essenziali.

 

 

 

Traduzione: Redazione

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