Gli impresari costruttori si oppongono a una soluzione

PIAZZA APERTA - sindacati Unia e Syna 

 

Sesta tornata negoziale in vista del rinnovo del Contratto nazionale mantello.

 

Proseguono le giornate di protesta dei lavoratori edili.

 

Venerdì 21 ha preso avvio la sesta tornata negoziale in vista del rinnovo del Contratto nazionale mantello (CNM) per l'edilizia principale. Le posizioni delle parti sono molto distanti. Le richieste della Società degli impresari costruttori di giornate lavorative ancora più lunghe in estate e lavorare su chiamata in inverno sono un attacco alla salute dei lavoratori edili. Dopo l'avvio riuscito in Ticino, nelle prossime settimane sono previste azioni di protesta anche nel resto della Svizzera.

 

Le cifre d'affari nell'edilizia principale fanno segnare nuovi record e i lavoratori edili lavorano sempre più duramente. Nei mesi estivi, le giornate di lavoro sono già oggi troppo lunghe. I lavoratori edili escono di casa il mattino, quando i loro figli dormono ancora, e rientrano esausti quando per i bambini è ora di andare a letto. Non stupisce quindi che sia sempre più difficile trovare manodopera qualificata per quello che in sé sarebbe un bel mestiere. Nel ramo professionale urgono miglioramenti: chiediamo giornate lavorative più corte e la piena retribuzione del tempo di viaggio tra l'impresa e il cantiere.

 

La Società degli impresari costruttori non ne vuole sapere, anzi esige giornate lavorative ancora più lunghe, soprattutto d’estate. La loro nuova norma corrisponderebbe a fino a dodici ore di lavoro e di viaggio giornaliere e fino a 58 ore settimanali. Inoltre, la Società degli impresari costruttori vuole essere in grado di licenziare i lavoratori più anziani più rapidamente. Entrambe le richieste sono un attacco frontale alla salute e alla dignità dei lavoratori edili.

 

Nessuna promessa di aumenti salariali

Malgrado la buona congiuntura edile, il rincaro in forte aumento e l'esplosione dei premi delle casse malati, la Società degli impresari costruttori non ha avanzato proposte concrete per un aumento generale dei salari. Un atteggiamento che giustamente suscita la collera dei lavoratori edili. Essi rivendicano la compensazione del rincaro e un aumento moderato dei salari reali dell'1%. Senza un adeguamento dei salari reali, la carenza di personale qualificato, già drammatica nell'edilizia principale, aumenterebbe ulteriormente.

 

Le giornate di protesta e le trattative proseguono

Poiché una soluzione non è ancora in vista, le giornate di protesta proseguono. Le manifestazioni hanno preso avvio lo scorso lunedì 17 ottobre in Ticino e hanno visto la partecipazione di 2500 lavoratori edili. Nelle settimane seguenti, le giornate di protesta proseguiranno nella Svizzera tedesca (1° e 11 novembre) e in Romandia (7 e 8 novembre).

 

I sindacati si adoperano per presentare una soluzione entro la fine dell'anno e per evitare una situazione di vuoto contrattuale. Le trattative riprenderanno il 14 novembre.