Appunti a proposito di "Io sono Giorgia"

di Francine Rosenbaum

 

L’autobiografia di Giorgia Meloni, pubblicata qualche giorno prima della sua elezione a Presidente del Consiglio italiano è un innegabile successo editoriale. Le recensioni ditirambiche sono numerosissime e quelle critiche molto imbarazzate. 

 La “performance stellare” di questa donna mi ha incuriosita e perciò ho letto i suo libro con attenzione per capire se il modello di successo femminile che lei propone – e in particolare il suo modo di concepire il potere - sia consono con ciò che è, per me, un’etica femminista.

 

Il libro di Giorgia Meloni è un romanzo people nel quale racconta in modo emotivamente coinvolgente episodi della sua biografia. La sua grande forza risiede nella sua brillante intelligenza, nel fatto di essere una indefessa lavoratrice e una competentissima utilizzatrice delle risorse psicolinguistiche della retorica. Ma il discorso che rivolge alle donne è abilmente perverso: Sono una donna, non voglio essere trattata come un panda. Spiega di essere per il merito e che non bisogna andare al potere perché l’ha stabilito un uomo, ma perché si è dimostrato di essere la migliore. Molte donne che sono salite al potere soffrono della sindrome dell' “ape regina”, questo significa che lo esercitano attorniate da uomini perché si identificano con la cultura patriarcale e con una definizione di successo che attribuiscono al merito individuale.

 

Come dice la giornalista Eugenia Nicolosi1, invocare il solo sistema meritocratico come unica via per raggiungere nel mercato del lavoro la parità di genere pecca di ingenuità, tanto che se ciò dovesse essere vero allora dovrebbero trovare giustificazione quegli stessi numeri per i quali oggi si lamenta il gender gap: dovremmo, dunque, pensare che se poche sono le donne chiamate a ricoprire posizioni di vertice o a fare carriera in determinati settori ciò sia esclusivamente dovuto al fatto che non vi siano donne meritevoli, competenti e preparate ad assumere quei ruoli e, a contrario, che solo gli uomini lo siano. … La meritocrazia è quindi una credenza falsa e ben consolidata che offre anche l'adulazione: dove il successo è determinato dal merito, ogni vittoria può essere vista come un riflesso della propria virtù e del proprio valore. La meritocrazia è quindi il più autocelebrativo dei principi di distribuzione, è una magia che trasforma la disuguaglianza materiale in superiorità personale e concede ai ricchi e ai potenti di vedersi come legittimati a esserlo, in quanto produttivi.

 

 

1 Eugenia Nicolosi, 26.09.2022, Che vuol dire "meritocrazia" e perché non esiste nel mondo reale? In alfemminile.com 26/09/22

 

 

Inoltre, come lo evidenzia senza mezzi termini Guia Soncini2, il libro della Meloni è il perfetto soggetto per una serie sulla dolenza delle piccole cose di Netflix, una sorta di collage di mille frasi instagrammabili, dove la deputata dimostra di aver studiato lo spirito del tempo e deciso di spuntare tutte le caselle sul modulo d’adesione al secolo fragile: l’infanzia di privazioni, il bodyshaming per via dell’obesità, il superamento del trauma dell’abbandono del padre grazie al sacrificio di chi si sobbarca questa responsabilità di far crescere felicemente i figli mentre difende la famiglia naturale fondata sul matrimonio, la protezione degli animali per via dell’amato cane della sua infanzia alla Garbatella, la figlia Gì con la casa piena di giocattoli mentre lei da piccola poteva tenere tutti i giochi che possedeva in una scatola da scarpe, i sensi di colpa della madre moderna che si sente un verme perché privilegia un’intervista alla radio e non la figlia piangente, riuscendo comunque il “tour de force” di conciliare lavoro e maternità ecc., ecc.

 

 

2 blog “L’avvelenata” dell’11 maggio 2021

 

 

 

Confesso che non ricordavo più il testo della canzone Father and Son di Cat Stevens, del 1970!, che apre l’ultimo capitolo dedicato dalla madre Meloni alla figlia Ginevra. Sono andata a cercarne la traduzione3 italiana: nel secolo di Me too, credo che nessuna donna che l’avesse letta veramente l’avrebbe votata!

 

Ma l’opinione sulla leader di Fratelli d’Italia che ho pienamente condiviso è quella di Michela Murgia pubblicata su Today Donna del 19.8.2022:

Se esistono o meno femministe di destra è una domanda che non porta da nessuna parte… So però per certo che esiste un modo femminista di esercitare la propria forza e uno che femminista non lo è per niente. Ogni volta che incontro una donna potente, quello che mi chiedo è: che modello di potere sta esercitando? Se usa la sua libertà per ridurre o lasciare minima quella altrui, questo non è femminista. Che sia di destra o di sinistra, se chiama meritocrazia il sistema che salvaguarda il suo privilegio di partenza e nega i diritti di altre persone, questo non è molto femminista. Che sia di destra o di sinistra, se il suo modello di organizzazione dei rapporti è la scala non la rete, nemmeno questo è particolarmente femminista. Che sia di destra o di sinistra, se la sua visione della fragilità altrui è paternalista e l’unica soluzione che le viene in mente è una protezione che crea dipendenza, questo è il contrario del femminismo. Che sia di destra o di sinistra, se per lei le funzioni patriarcali sono più importanti delle persone che le svolgono, questo senz’altro non è femminista. È quindi inutile chiedersi se Giorgia Meloni sia femminista o non lo sia solo perché è capo di un partito. Fatevi domande sul suo modo di esercitare il potere e vedrete che il dubbio neanche vi viene.

 

P.S. Sì, conosco anche donne di sinistra che usano il potere così, ma nessuna corre il rischio di diventare presidente del consiglio.

 

 

 

 

3 Padre e Figlio

Traduzione di Ermanno Tassi

 

Padre:

Non è tempo di cambiare

Rilassati, prendila con calma

Sei ancora giovane, questa è la tua colpa

Hai ancora molte cose da conoscere

Trovare una ragazza, sistemarti,

Se vuoi puoi sposarti

Guarda me, sono vecchio,

Ma sono felice

 

Una volta ero come sei tu ora,

E so che non è facile

Rimanere calmi quando hai trovato

Qualcosa che va

Ma prendi il tuo tempo, pensa molto pensa a tutto quello che hai avuto.

Perché domani tu sarai ancora qui

Ma i tuoi sogni forse no

 

 

Figlio:

Come posso tentare di spiegarmi,

Se lui ancora una volta distoglie l’attenzione

È sempre la stessa vecchia storia

 

Dal momento in cui potevo parlare,

Mi fu ordinato di ascoltare

Ora c'è una strada e so

Che devo andarmene

So che devo andare

 

Padre:

Non è tempo di cambiare

Siediti, prendila con calma

Sei ancora giovane, questa è la tua colpa

Ci sono ancora molte cose da affrontare

Trovare una ragazza, sistemarti, Se vuoi puoi sposarti

Guarda me sono vecchio,

Ma sono felice

 

Figlio:

Tutte le volte che piansi,

Tenendo tutto dentro di me

È dura, ma è anche dura

Ignorare tutto

Se avevano ragione, ero d'accordo,

Ma conoscono loro, non me

Ora c'è una strada e io so

Che devo andarmene

So che devo andare