Elezioni cantonali: il senso della nostra decisione

L'editoriale - Q41

 

L’assemblea generale del ForumAlternativo di domenica 27 novembre ha deciso a stragrande maggioranza d’accettare la proposta del PS di includere un numero sostanzioso di candidati targati FA nella loro lista per le prossime elezioni del Gran Consiglio, garantendo ad eventuali eletti del FA la totale autonomia in Parlamento.

(Qui comunicato stampa dove riassumiamo le ragioni che hanno condotto i numerosi presenti a prendere la decisione).

 

Data la portata di questo passo, da molti mal compreso o travisato, riteniamo utile riproporlo nel suo contesto.

Il nostro progetto è sorto 7-8 anni fa quando la Sinistra ticinese era poco più che moribonda. Mentre i Verdi stentavano ad uscire dal disastro provocato dalla conduzione Savoia, il PS sembrava aver perso la bussola, limitando gran parte del suo agire attorno alla figura di un Consigliere di Stato inviso a molti. Più a sinistra prevalevano i soliti, sterili conflitti e settarismi d’altri tempi.

 

Il ForumAlternativo ha voluto proporre un progetto unitario eco-socialista, che combinasse strettamente le lotte ecologiche a quelle per la giustizia sociale e l’uguaglianza. Il nostro sogno è sempre stato di fungere da perno attorno al quale si sarebbe potuto costruire passo dopo passo un nuovo soggetto, unitario e pluralista, che potesse raggruppare le forze politiche che si riconoscono in un progetto eco-socialista. A scanso d’equivoci, sin da subito abbiamo escluso l’eventualità di diventare l’ennesimo partitino di sinistra. A testimonianza della vocazione pluralista, chiunque fosse membro di FA poteva esser tesserato in altri movimenti progressisti.

 

Le elezioni federali del 2019 hanno per noi rappresentato l’inizio di concretizzazione del progetto. Grazie alle congiunzioni tra le forze di sinistra ed ambientaliste, riuscimmo a strappare un seggio alla Lega al Consiglio Nazionale, sfiorando il colpaccio di conquistare con un nostro candidato un secondo seggio ai danni del PPD. Si riuscì persino a strappare alla destra un seggio nel Consiglio degli Stati. Rivendichiamo con orgoglio il ruolo di architetti della vittoria, seppur pochi lo abbiano ammesso apertamente.

 

Purtroppo la maggioranza borghese del Gran Consiglio, con l’appoggio del MPS, ha impedito l’uso democratico delle congiunzioni per le elezioni cantonali e comunali. Ribadendo il nostro rifiuto nel diventare l’ennesimo partitino di sinistra, ammettiamo con onestà le difficoltà nel determinare la nostra posizione in vista delle prossime elezioni cantonali.

 

Al contempo, va detto che il panorama politico cantonale è significativamente mutato. Il PLRT è ormai diventato una succursale dell’UDC e così ora la Destra (che comprende ormai anche il cosiddetto Centro) marcia all’unisono. Paradigmatico è stato il loro unanime rifiuto nell’aiutare il ceto medio-basso nel pagare i stratosferici premi cassa malati, sfruttando invece l’occasione per concedere altri sgravi fiscali ai ricchi.

 

Con la co-presidenza Riget-Sirica e la positiva crescita dei GISO sempre più battaglieri, nel PS si osserva perlomeno un tentativo di svoltare a sinistra. Spiace invece osservare quanto gli attuali Verdi stiano purtroppo andando nella direzione contraria. Come spiega nell’intervista a pagina 4-5 Christian Marazzi, intellettuale a cui difficilmente si potrebbero imputare tatticismi filo-borghesi, l’alleanza rosso-verde per il governo cantonale costituisce una positiva novità, una speranza di cambiamento che sarebbe sbagliato ignorare.

 

Dopo il fallimento delle trattative bilaterali con Verdi, POP, PC e MPS, abbiamo dunque accettato positivamente la proposta del PS. Non si tratta di una cambiale in bianco o di una giravolta in quanto crediamo. Il nostro programma del quadriennio 2023-2027 (vedi Quaderni nr. 40) rimane il documento faro dell’attività degli eventuali eletti in Gran Consiglio provenienti dalle nostre file.

 

Dal PS ancora molto ci divide: siamo apertamente anticapitalisti, movimentisti e abbiamo posizioni diverse sulla NATO, sull’UE, sull’esercito, sulla partecipazione al Consiglio Federale, tanto per citarne alcune. Ma rimaniamo fedeli al nostro progetto iniziale: la costituzione di un soggetto politico eco-socialista, pluralista, che sappia guardare più a cosa unisce che a quanto divide, per poter incidere realmente nella politica cantonale sconfiggendo la destra.

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