Cronache dal Qatar

PIAZZA APERTA - Daniele Bianchi

Sorprendente il Qatar! Non la squadra, alquanto deludente, ma il Paese, esposto alle luci della ribalta internazionale durante un intero mese.

 

 

In questo minuscolo territorio (11’571 Kmq (CH:41.285 Kmq)) in buona parte ricoperto dal deserto che nasconde nella sua pancia enormi giacimenti di oro nero e gas, croce e delizia dello Emiro Tamin Bin Hamad Al -Thani e compagni, vivono tre milioni di persone delle quali il 90% sono straniere/i. A prescindere dall’innegabile necessità di condannare lo stillicidio di lavoratori, la discriminazione verso donne, lgbt+, il poco rispetto dei diritti umani e varie altre storture della monarchia Al-Tani che dal 1825 guida il paese, permettetemi di condividere alcune considerazioni, del tutto personali e sicuramente opinabili che ho raccolto durante il mio recente soggiorno in occasione dei campionati mondiali di calcio.

 

Straniero (privilegiato) lo sono stato anch’io; ospite del Paese in qualità di turista, appassionato di calcio e di improvvisato reporter. Non intendo certo tediarvi con commenti sportivi per i quali i media hanno provveduto a foraggiarci a sufficienza (fors’anche troppo..) ma piuttosto per sfatare quanto a mio avviso sono pregiudizi ingiustificati e alcune fake news divulgate ad oltranza. Tutto ciò, senza ambire assolutamente ad assolvere la gestione politica vigente, ma piuttosto per cercare di evitare di gettare il bambino con l’ acqua sporca.

 

Il primo contatto con la cultura qatariota l’ho esperimentato volando con la loro rinomata compagnia aerea (Qatar Airlines: per sette anni consecutivi designata da Sky Trax miglior compagnia al mondo). Essendo del settore (35 anni quale assistente di volo per Swiss itl. Airlines), per metterla sullo sportivo potrei dire: 1 a 0 per il Qatar; non c’è partita! Benchè anche Swiss, figuri spesso tra le migliori, chez Qatar si rasenta l’eccellenza. Il 2 a 0 arriva poco dopo: procedure doganali rapide e senza intoppi; durante il transito ho avuto la fortuna di scambiare due chiacchiere con un dirigente di questo servizio: un signore, molto curato, abbigliato con una candida e immacolata kandura (il tipico abito bianco lungo fino alle caviglie ) che con garbo e cortesia mi chiedeva le prime impressioni sul suo paese e mi faceva servire un profumatissimo tè; quando mai qualcosa del genere capita all'aeroporto di Zurigo? Se ci siete già passati, capirete certamente di cosa scrivo: non è che siano proprio campioni d’affabilità e spesso nemmeno più d’efficienza se non per bistrattare gli allibiti passeggeri stranieri e non che vi transitano. Bisogna però ammettere , sia per quanto riguarda la compagnia aerea che per il personale doganale, nonché per tutte le attività svolte sulla piccola penisola, che il numero di addetti ai lavori sovrasta abbondantemente quello medio svizzero per svolgere lo stesso compito. Alle nostre latitudini, questa situazione di sfruttamento della forza lavoro, con le dovute proporzioni, per certi versi analoga a quella Qatariota, si è venuta a creare quale conseguenza della spregiudicata politica/filosofia capitalista , che persegue il massimo profitto tagliando sulla forza lavoro o sovraccaricandola, per incrementarlo. Il 3 a 0 arriva appena superata la dogana: per i detentori dell’hayya card, una applicazione digitale multifunzionale valida quale visto che garantisce a tutti una serie di vantaggi quali ad esempio: trasporti , sim qatariota , l’accesso alla gigantesca e spettacolare FIFA Fan festival e a vari musei, il tutto completamente gratis.

 

Dal modernissimo aeroporto parte una metropolitana “da sogno” che con frequenze attorno ai 2 minuti serve una rete che si estende lungo 76 km e permette di raggiungere, oltre ai vari agglomerati, tutti gli otto stadi teatri del campionato del mondo di calcio, l’evento sportivo più seguito in assoluto a livello planetario con una forza d’impatto anche a livello politico non indifferente: due esempi su tutti tratti dalla recente cronaca sportiva sono la gioia, benché effimera, che la vittoria del Albiceleste ha portato alla martoriata popolazione argentina e la modifica di legge della monarchia saudita la quale, per accomodare il “re” Cristiano Ronaldo e concubina, ha legalizzato il principio di convivenza al di fuori del matrimonio.

 

La metropolitana è solo il primo anello della serie di sforzi fatti dal Qatar per trasformare l’evento in un virtuoso esempio di sostenibilità. E proprio la sostenibilità, nonostante le giustificate perplessità, è stata tenuta in grande considerazione lasciando un’eredità positiva e duratura per tutta la regione portando di riflesso pure effetti benefici per i diritti dei lavoratori, lo stato sociale e la protezione dell’ambiente. Ad esempio, per arrivare alle entrate degli stadi, sia che ci si arrivi con la metropolitana che con un taxi o Uber (c’è anche lì..), si deve camminare almeno 20 minuti; questa deliberata scelta intesa a favorire la cultura della salute pubblica, è stata adottata perché secondo l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) l’80% degli adolescenti fa meno di un ora di attività fisica al giorno, dose minima raccomandata, e quindi, per stimolarli a far due passi in più del solito, vengono proposte passeggiate che oltretutto hanno il pregio di far conoscere stupendi angoli che altrimenti rimarrebbero sconosciuti ai più. - Ca va sans dire - la maggioranza degli adulti, mediamente non è messa meglio degli adolescenti... anzi! Quindi lunghe passeggiate per tutti.

 

Pure negli enormi spazi riservati al FIFA fan festival, un villaggio dedicato ai tifosi di tutto il mondo con schermi giganti, musica, ogni tipo di cibo, e…pure la Birra!!, oggetto di discussioni infinite su questa che sembrava essere la più “tremenda privazione“ agli occhi della cultura occidentale, tutto si è svolto senza la minima tensione e rispettando i più alti standard di gestione eventi ecologicamente sostenibili. Orbene, la birra e anche il resto erano reperibili in vari alberghi e luoghi dedicati; naturalmente non veniva nè pubblicizzata nè promossa ed era relativamente cara ma il palese effetto collaterale positivo risultava essere che non si vedeva , nè risulta essere stata segnalata, nessuna “classica rissa” tra tifoserie iper ubriache, e nemmeno nessun altro gesto di maleducazione che spesso accompagna le orde di ultras di certe tifoserie. Difatti, anche grazie all’imponente dispiego di forze dell’ordine e volontari di tutte le provenienze, alle partite ci si poteva tranquillamente portare la famiglia e la gente era rilassata e si divertiva; non solo per quanto offerto in campo; lo spettacolo vero era anche il variopinto carrozzone cosmopolita concertato nei 55 kilometri che separano gli stadi più discosti. Lo spettacolo era imponente anche fuori dalle moderne arene; tutta la città di Doha e dintorni erano coinvolti/travolti da questo enorme mix culturale che si amalgamava in mille salse e permetteva a tutti scambi culturali impensabili altrove.

 

Altro fiore all’occhiello di questo sorprendente paese é sicuramente la loro emittente Al-Jazeera (L’isola) che dal 1996 è la voce indipendente del Qatar. Voce declinata spesso al femminile, tra le quali vi era quella di Shireen Abu Aklehla giornalista palestinese assassinata dai soldati israeliani l’11 maggio scorso. Donne che in Qatar, benchè ancora lontane dall'ottenere i loro legittimi diritti, sono state comunque le prime nell’area (dal 1999) ad aver ottenuto il diritto di voto; donne che possono vantare un tasso d’occupazione femminile al di sopra della media mondiale, nonché tra i più alti del mondo arabo. Al-Jazeera è un’autorevole e rispettata Rete televisiva (trasmette anche in inglese) che propone una visione da una prospettiva araba in chiave moderna; una voce che si contrappone e spesso diverge da quanto siamo abituati ad ascoltare dai molti media occidentali più o meno allineati; per meglio capire la loro prospettiva, visto che è disponibile anche sulle nostre frequenze, invito coloro che volessero approfondire a darci un occhiata.

 

Io,da improvvisato reporter senza pretese ho semplicemente cercato di descrivere e trasmettere quanto ho vissuto in un angolino del pianeta durante un evento planetario affinchè molti dei pregiudizi, conditi da xenofobia e razzismo sentiti e letti ultimamente vengano almeno in parte sfatati .

 

 

Inshallah (se Dio vuole)