Il ForumAlternativo (FA), rispondendo ad un preciso invito, si presenta sulla lista del Partito Socialista, con la garanzia di una totale autonomia in caso d’elezione di suoi candidati. Il nostro progetto di costruire un nuovo movimento eco-socialista, radicale, unitario ma pluralista va oltre gli steccati partitici attuali.
Lottiamo sia per la salvaguardia dell’ambiente che per la giustizia sociale, nella convinzione che questi traguardi sono raggiungibili soltanto superando il capitalismo.
È facile incorrere in slogan politici che esaltano la nostra persona e mostrano quello che forse non siamo realmente. Vorrei partire da un presupposto, o meglio, dall’asserzione freudiana – condivisibile o meno – secondo cui le persone si definiscono in base a quello che fanno. Per la comunità sono dunque una docente, una moglie, una mamma e da qualche anno anche una politica. Ho sempre trovato particolarmente ingegnosa questa definizione dell’essere perché da un certo punto di vista è quello che sono diventata, o meglio, che sto diventando. Adoro pensare che quello che compio ogni giorno possa avere un impatto sulla società, che il percorso quotidiano della mia esistenza abbia un valore per la collettività. È nella politica, nella scuola e nella cultura che ho trovato la mia linfa; nella condivisione di visioni e valori mi son avvicinata al ForumAlternativo, nella volontà di cambiamento per il mio Comune sono entrata in Consiglio Comunale; nella speranza di portare la mia voce ora mi candido per il Gran Consiglio. Svariati sono i temi che mi stanno a cuore, non sto certo qui a sviscerarli per intero (per questo ci sono i programmi politici), ma basti sapere che tutto quello che vorrò fare, se mi sarà concesso, si baserà sulla coerenza e sull’incisività del mio intendere politico.
Abbiamo perso di vista l’empatia? Mi è stato chiesto perché mi candido a queste elezioni cantonali. Mi candido perché non sono una politica. Sono infatti convinta che questo sguardo esterno possa contribuire a riportare l’empatia nel cuore delle discussioni politiche cantonali. Grandi teoremi portano a soluzioni generalizzate. Progredire insieme nel segno del benessere collettivo, significa invece ascoltare la voce di ogni membro della comunità e interpretarne i bisogni. Sono cresciuta in Vallese, ho trascorso diversi periodi di volontariato all’estero nell’ambito sociale e della protezione dell’ambiente, e poco più di un anno fa mi sono trasferita in Ticino per ragioni famigliari, nel cuore della Valle Onsernone. Qui, ho trovato non solo l’opportunità di esercitare la mia professione nel settore delle cure e un Cantone stupendo, ricco di potenziale di crescita, ma anche grande apertura culturale. Entrambe queste esperienze, quella dell’integrazione da un lato, e quella professionale della relazione infermiera – paziente dall’altro lato, mi ricordano ogni giorno l’importanza dell’ascolto dell’altro. È proprio questa competenza che ritengo di poter mettere a disposizione della comunità candidandomi per il Gran Consiglio. Grazie ad essa, è possibile ricercare nuovi e migliori equilibri per il bene comune di fronte alle sfide attuali – locali e regionali – che toccano da vicino ogni cittadino: precariato, marginalizzazione, abbassamento della qualità di vita. Penso, tra le mie priorità, al riconoscimento della dignità personale e professionale in tutti gli ambiti, purtroppo non ancora acquisita e tanto meno scontata. Penso anche alla parità di genere, di cui tanto si parla, ma che di fatto rimane un obiettivo da perseguire (le rappresentanti donne ad oggi elette in Gran Consiglio sono poco più di un terzo!). Eccomi allora per un nuovo slancio nell’affrontare questi temi, valorizzando la vicinanza al cittadino.
Dopo aver praticato quarant’anni di medicina generale e d’urgenza, ”politica in piccolo”, sono passato alla politica, “medicina in grande”, come chiamava medicina e politica Rudolf Virchow, fondatore della moderna “Zellpathologie”, medico sociale e deputato progressista nell’effimero parlamento del 1848 alla Paulskirche di Francoforte sul Meno. La medicina di famiglia come quella d’urgenza sono osservatori privilegiati della vita dei pazienti, dei loro famigliari e più in grande della società nella quale viviamo. Società capitalistica di stampo neoliberista e globalizzata, che dimostra molte caratteristiche già descritte da Karl Marx. Se fossi eletto, il parlamento mi offrirebbe una tribuna privilegiata per denunciare ingiustizie e disuguaglianze causate dalla nostra società e le loro conseguenze che tutti i giorni riscontro nel mio lavoro da medico. Il parlamento è anche un luogo dove mettere in luce il duro scontro tra le nostre proposte politiche e quelli della Destra. Il nostro lavoro in parlamento deve poi coniugarsi con tutta una serie di attività politiche extraparlamentari e deve poter basarsi su un lavoro politico collettivo, nel nostro caso quello del coordinamento di ForumAlternativo, che riunisce grandi esperienze politiche, delle quali, chi risiede in parlamento, dev’essere portavoce e amplificatore.
Secondo gli ultimi dati, circa 800 giovani Ticinesi formati lasciano il cantone ogni anno, alla ricerca di esperienze professionali stimolanti e salari dignitosi. Qualcosa che le neodiplomate e i neodiplomati purtroppo stentano a trovare in Ticino, salvo per chi ha i legami famigliari o di partito giusti. Questa difficile scelta di vita l’abbiamo dovuta fare anche la mia compagna ed io: entrambi cresciuti in Mendrisiotto, siamo partiti per gli studi e non siamo più tornati. Sono ormai quasi quattordici anni che viviamo fuori cantone, tra la Svizzera romanda e l’estero. Da quando è nato nostro figlio, la scelta tra gli affetti e le prospettive professionali si è fatta sempre più dilaniante: è meglio crescere i propri figli nella terra a cui si è legati, in compagnia dei propri parenti e amici, o perseguire una carriera professionale stimolante che assicurerà il benessere materiale della famiglia sul lungo termine? Questo dilemma vissuto da migliaia di giovani Ticinesi non è inevitabile. Ci vorrebbe però la volontà politica di rendere attrattivo il mercato del lavoro ticinese, puntando su un’economia ad alto valore aggiunto e su settori che apportano benefici al tessuto sociale del cantone – altro che capannoni e bitcoin! Mi candido per portare la voce di queste e questi giovani Ticinesi nel dibattito politico, consapevole che se fossi eletto dovrei rinunciare alla carica in quanto residente fuori cantone. Quale segnale più forte si potrebbe mandare alla politica, se non eleggere in parlamento un giovane Ticinese espatriato?
Mi candido perché credo che il nostro periodo storico necessiti di un ampliamento dello spazio dedicato al dialogo e all’iniziativa politica.
La rappresentanza parlamentare e le attività politiche che ne seguono daranno al ForumAlternativo la possibilità di condividere e di realizzare un programma fortemente dedicato alla solidarietà sociale, al clima e ai temi economici urgenti che il nostro Cantone dovrà affrontare nel prossimo futuro.
Ho deciso di candidarmi perché fra le diverse ragioni, due mi stanno particolarmente a cuore. La prima ragione è il desiderio che ho di conquistare la giustizia sociale sul nostro territorio. Abbattiamo qualsiasi barriera, siano esse dovute all’età, al genere, alla disabilità, ecc…, diamo dignità e speranza al popolo ticinese! La seconda ragione che mi spinge a candidarmi, sarebbe quella di riportare la politica, o meglio i dibattiti che quest’ultima genera tra la gente. La popolazione dovrebbe ritrovare ad avere piacere nel fare politica quotidianamente, dovrebbe vivere questi dibattitti in maniera serena, civile e costruttiva. Tutto ciò unendo le diverse fasce sociali, ed evitando di creare ulteriori spaccamenti tra le diverse persone che rappresentano il nostro Cantone! Ecco, queste sono le principali ragioni, per cui ho deciso di mettermi a disposizione di ForumAlternativo, e per tutti coloro che volessero votarmi.
La mia famiglia è arrivata in Svizzera da Praga dopo l’invasione sovietica del 1968. Ho conosciuto bene quindi anche quel tipo di società. Ho poi lavorato a lungo nell’Ente Ospedaliero, ho curato per un quarto di secolo l’organizzazione del Congresso Linfomi di Lugano, ho avuto due figli. Conosco quindi da vicino i problemi del sistema sanitario e scolastico, ma anche il funzionamento della società e della burocrazia ticinese. Non pretendo per niente di cambiare il Mondo, ma penso che assieme alle altre compagne ed ai compagni del ForumAlternativo posso forse dare un mio piccolo contributo a risolvere qualcuno dei parecchi problemi che attualmente affliggono il Ticino. Ecco perché quando m’hanno chiesto di candidarmi per l’elezione al Gran Consiglio ho subito accettato, anche se non mi considero una vera politica, ma piuttosto una donna abituata ad affrontare i problemi ed a cercare di risolverli nel modo più semplice e ragionevole possibile.
Ogni anno in Svizzera muoiono circa 100 persone a causa degli infortuni sul lavoro, purtroppo molti di queste morti avvengono sul posto di lavoro nel nostro Cantone. Gli infortuni generano sofferenza e costi. Questa sofferenza colpisce non solo i lavoratori (in gran parte precari) ma anche le loro famiglie. Non si può rimanere insensibili davanti a questo dramma che colpisce persone assolutamente incolpevoli, che si alzano la mattina per andare a lavorare per portare a casa un salario che permetta a loro e alle loro famiglie di arrivare alla fine del mese e che purtroppo non rincasano più dai loro cari. Se fossi eletto, porterei in parlamento anche questa tematica, perché ci vuole una reazione dalla politica e delle istituzioni che faticano a vedere queste tragedie. Come ForumAlternativo, rinnoveremmo con forza la rivendicazione di istituire in seno alla magistratura una sezione AD HOC che si occupi di contrastare le derive del mercato del lavoro che sempre più spesso hanno risvolti penali.