Il futuro del distretto più inquinato della Svizzera

PIAZZA APERTA - Jacopo Scacchi*

Io ho 23 anni e quando penso al mio futuro, vi devo dire la verità: non sono tranquillissimo. La nostra generazione è da anni permeata da una totale perdita di valori e di speranza. Quello che vivremo insieme ai nostri figli e alle nostre figlie è ormai chiaro. 

 

 

 

Ci attendono estati torride. Ci attendono carenze idriche. Ci attendono crisi energetiche. Ci attendono carestie e migrazioni di massa. Ne abbiamo avuto tutte e tutti un assaggio di recente e nelle passate estati.

 

La nostra generazione raccoglierà questo frutto dall’albero della poca lungimiranza piantato dalle precedenti generazioni.

 

Il progetto PoLuMe e la corsia di sosta dei Tir a sud di Mendrisio sono gli ennesimi esempi che si inseriscono proprio in questo schema: pensare nel breve termine a soluzioni temporanee e palliative ben sapendo che non sono sostenibili e speculando su future innovazioni geniali che risolveranno tutti i mali di questo mondo.

 

I due progetti citati vengono venduti a noi momò con parole cariche di promesse e rassicurazioni. Si dice che verrà ricucito il bellissimo nucleo di Bissone. Si dice che gli abitanti di Val Mara potranno entrare in autostrada senza dover viaggiare fino a Mendrisio, evitando così di generare ulteriore traffico nel capoluogo. E si è pure parlato della riqualifica di alcune sponde lacustri a sud del Ponte-diga. Sarà. Quello che mi lascia perplesso, quello che lascia perplessi decine di migliaia di cittadini momò, è l’introduzione della terza corsia dinamica intesa a fluidificare il traffico negli orari di punta. Nel breve termine potrebbe anche essere un sollievo per coloro che percorrono la tratta, come i pendolari e i frontalieri che si spostano per lavorare. Ma non ripetiamo l’errore che abbiamo fatto con il raddoppio del San Gottardo: le comodità spingono la gente ad usufruirne! L’ipotetico lavoratore frontaliero che abita a Cantello, sapendo che non passerebbe più la maggior parte del suo tragitto verso Lugano fermo ed incolonnato in autostrada avanzando a passo d’uomo, verrebbe nuovamente incentivato ad utilizzare l’automobile, di sicuro non privilegerebbe l’utilizzo del treno.

 

E questo non ridurrà di certo il traffico e l’inquinamento contro cui, da anni, la nostra regione sta combattendo. Il progetto PoLuMe è il segnale tangibile del proposito di continuare a basare il sistema viario sui motori a scoppio, e non rappresenta una spinta a passare a una mobilità che sgravi il traffico, riduca l’inquinamento e migliori la qualità di vita: la mobilità sostenibile su rotaia. Questa non è lungimiranza!

 

Il traffico generato dall’attrattività della terza corsia, inoltre, si riverserà nelle strade secondarie: i piccoli valichi di Arzo, Ligornetto, Novazzano, Vacallo e Brusino Arsizio, oltre che i valichi di Bizzarone, Stabio e Chiasso, verranno attraversati da migliaia di autoveicoli in più ogni giorno. Questo traffico, prima di raggiungere l’autostrada e la terza corsia, si riverserà nelle strade dei quartieri della Città di Mendrisio e dei Comuni del Mendrisiotto.

 

Non a caso i Consigli comunali di Riva San Vitale, Brusino Arsizio, Val Mara e quello della Città di Mendrisio, si sono ufficialmente espressi contro il progetto.

 

Il menù del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni testimonia chiaramente che la lungimiranza non viene servita tutti i giorni, almeno nel Mendrisiotto. Prima l’autostrada, poi (forse) la ferrovia. Prima la macchina, poi (forse) il treno. Prima la terza corsia dinamica, poi (forse) il completamento di AlpTransit a sud di Lugano.

 

Se tutto va bene, l’autostrada arriverebbe a compimento nel 2040. Eppure, entro il 2050 non potremo più permetterci di emettere un solo grammo di CO2 a livello globale. Ecco la lungimiranza.

 

Il traffico straborda, l’inquinamento ci soffoca e le strade hanno deturpato territori bellissimi. Non è aggiungendo corsie autostradali che si risolveranno questi problemi.

 

Lo ribadisco: è necessario prolungare AlpTransit fino a Chiasso, sviluppare una rete intelligente ed efficiente del trasporto sostenibile locale e interrare l’autostrada facendola sparire dal fondovalle.

 

Quello che chiedo, quello che il Mendrisiotto vuole, è il rispetto che gli è dovuto. Non siamo né un parcheggio per camion, né un territorio sacrificabile ai progetti obsoleti dell’USTRA.

 

Noi giovani siamo stufi di vedere ipotecato il nostro futuro da scelte cieche e poco coraggiose.

 

 

 

*Jacopo Scacchi

Consigliere comunale per i Verdi, Mendrisio

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