Quattro chiacchiere a muso duro, per non dimenticare

In vista delle Elezioni Federali

L'editoriale - Q44

 

Al momento di andare in stampa, le bocce per quanto riguarda le candidature per le prossime elezioni federali di ottobre non sono ancora ferme. 

Noi, seguendo la visione che ci ha sempre animato, stiamo facendo il possibile per riannodare le fila di quell’esaltante esperienza che quattro anni fa aveva permesso alle forze eco-socialiste, finalmente coalizzate, di strappare due seggi alle forze borghesi e alla Destra populista di UDC/ Lega.

 

Allora eravamo stati il perno attorno a cui era ruotata quella coalizione, anche se i media avevano fatto finta di non accorgersene. Ora, in tutta modestia e senza voler strafare, stiamo cercando di far la nostra parte.

 

Le elezioni federali sono sempre un momento importante per la Sinistra, anche se non tutti vogliono riconoscerlo. Difatti, contrariamente a quanto capita a livello comunale e cantonale, dove talora temi secondari ed aspetti anche clanistici spesso prevalgono, quando si vota per il Parlamento Federale gli elettori sono più inclini a seguire quelle che sono le loro posizioni ideali. E ciò di solito favorisce la Sinistra, a meno che quest’ultima non compia grossi errori, come è stato spesso il caso nel passato. Oltretutto le elezioni federali dovrebbero rappresentare un momento ideale per dibattere i problemi del paese, perché le soluzioni quasi sempre possono venire solo da Berna, anche se alle nostre latitudini molti politici fanno finta di non accorgersene.

 

Spesso siamo invece poi proprio noi, per le particolarità del nostro cantone, a sopportare le conseguenze peggiori delle decisioni “sbagliate” prese a Berna da partiti borghesi e UDC, in quanto asserviti agli interessi dei grandi gruppi economici dominanti a nord delle Alpi. Pensiamo alle chiaramente insufficienti misure d’accompagnamento (per volontà del padronato e dei loro sodali politici) alla libera circolazione, che da noi hanno portato a fenomeni estremi di dumping salariale, ragione dell’esplosione del numero dei frontalieri, spesso scelti non per maggior competenza, ma semplicemente perché possono essere pagati di meno. In proposito, anche se da dodici anni è qui da noi il partito di maggioranza, non è che la Lega sia riuscita a cavare anche solo un ragno dal buco. Anzi, là dove il suo primitivo ”primanostrismo” ha potuto colpire, ciò ha ancora peggiorato la situazione: esempio eclatante ne è quanto sta capitando nel settore delle cure psichiatriche e ciò proprio ora che il disaggio giovanile sta esplodendo (“Non è una società per giovani, la nostra!”, vedi pagina 14 - Q44).

 

Pensiamo, per fare un altro esempio, all’ultima famigerata revisione della LAMal (targata Liberali/UDC), che obbliga ora il nostro cantone a versare più di 100 milioni all’anno alle cliniche private, che poi si possono lanciare in vere e proprie campagne acquisti di medici dell’EOC, anche perché quest’ultimo, sempre per il nuovo sistema di finanziamento degli ospedali introdotto nella stessa revisione, naviga, come molti ospedali pubblici, in acque sempre più difficili. Ricordiamoci inoltre che se i nostri ospedali possono sopravvivere solo grazie ai medici frontalieri e se a molti giovani ticinesi viene impedito di studiare medicina, ciò è dovuto al numerus clausus difeso ad oltranza a Berna da Liberali e UDC!

 

E non dimentichiamo neanche lo smembramento delle PTT, la privatizzazione parziale e le ristrutturazioni di Posta, Telefoni e Ferrovie, anche qui con un chiaro indebolimento del servizio pubblico.

A completare l’opera le forze politiche di Destra insistono ora con l’intenzione di liberalizzare completamente il mercato dell’elettricità.

 

Se ci concentriamo poi su Palazzo Federale, non possiamo che sottolineare i disastri, spesso scandalosi, combinati negli ultimi mesi dalla maggioranza UDC-Liberali, spesso coadiuvata dal Centro e, almeno in Parlamento, dai Verdi liberali. Pensiamo evidentemente soprattutto al colpo di stato del Consiglio Federale, che modificando in un paio di sedute notturne alcune leggi e mettendo sul piatto ben 259 miliardi, ha “salvato” con la più grande operazione finanziaria pubblica della storia nazionale, il Credit Suisse, regalandolo poi per un piatto di lenticchie ad UBS, diventata ora una potenza tale da dominare non solo l’economia, ma anche la politica del nostro paese. C’è chi ha giustamente detto che Ermotti è ormai l’ottavo Consigliere Federale ed anche il più potente. E il tutto, com’è la regola nei paesi capitalisti, sulle spalle del popolo, che, com’è stato il caso addirittura anche per il Parlamento, non ha avuto niente da dire in proposito. A questo scandalo dedichiamo un approfondimento in questo Quaderno (“Crisi bancaria in odore di gangsterismo”, vedi pagina 12). E mentre l’UDC Ueli Maurer si era tappato occhi e orecchie per non vedere né sentire quanto stava capitando con il Credit Suisse, la liberale Keller-Sutter (la gelida KKS) da brava emula della famigerata Thatcher ha già detto che ora bisognerà risparmiare anche sulle spese sociali, AVS inclusa. Nel frattempo ha già dato ordine di tagliare tutti i budget della ricerca, politecnici ed università compresi.

 

A livello del Parlamento o invece, sempre la stessa maggioranza ha approfittato dell’emozione creata dalla guerra in Ucraina per aumentare di un paio di miliardi all’anno le spese per l’esercito. E gli stessi, purtroppo coadiuvati in proposito anche dal PSS, ci stanno spingendo ad essere sempre più succubi della NATO.

 

E naturalmente ci si è dati da fare per tagliare le pensioni del 2° pilastro (c’è da sperare che almeno su questo il popolo si ribellerà) e per rimandare al mittente l’iniziativa che vuole introdurre una 13ma per l’AVS. Il tutto evidentemente tra gli applausi di Economiesuisse, di tutti i circoli padronali, di Regazzi e compagnia.

 

E tralasciamo per amor di patria di parlare della confusione che regna a Berna per quanto riguarda i nostri rapporti con l’Europa: l’unico risultato di quello che sembra sempre di più un balletto di sonnambuli è stata sinora la cascata di dimissioni dei diplomatici svizzeri che hanno dovuto occuparsene.

 

C’è da sperare che il prossimo ottobre le elettrici e gli elettori si ricordino di tutto ciò e di tant’altro. Noi faremo il possibile affinché ciò avvenga.

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