di Enrico Borelli
Permane grave la situazione nel settore Sanitario
Ospedali, case anziani e servizi di assistenza e cura a domicilio conoscono una vera e propria situazione emergenziale.
A tal punto che in Svizzera tedesca si parla apertamente di Versorgungskrise. Le condizioni di lavoro nel settore hanno raggiunto un punto di non ritorno, e la qualità delle cure non può più essere garantita. E purtroppo in assenza di una vera e propria svolta la situazione, complice l’invecchiamento delle persone, non potrà che peggiorare. L’Osservatorio svizzero della salute (Obsan) stima che entro il 2024 il numero degli over 65 in Svizzera aumenterà del 52% e quello degli over 80 addirittura dell’88%.
Il quadro nelle istituzioni sanitarie è desolante! Il personale sanitario abbandona la professione (a livello nazionale sono tra i 300 e i 400 i curanti che ogni mese gettano la spugna), secondo Job Radar oltre 15’000 posti di lavoro restano vacanti, importanti strutture sanitarie sono costrette a chiudere interi reparti e a ridurre l’offerta, e in molte scuole mancano studenti. Scoraggiati dalla situazione, sempre più giovani rinunciano infatti ad intraprendere la formazione nel settore sanitario. Pure impressionante il turn over del personale. Ad esempio, sempre secondo Obsan il tasso di fluttuazione nelle case anziani si attesta al 25%.
Ci vuole una vera e propria svolta. E bisogna accelerare i lavori di attuazione dell’Iniziativa per cure infermieristiche forti
La classe politica sembra paralizzata e insensibile ai gridi d’allarme che giungono dal personale, dalle organizzazioni sindacali e addirittura dalle associazioni dei datori di lavoro. Ci vuole una vera e propria svolta nelle condizioni quadro che reggono il settore ed il suo finanziamento. Perciò ci vuole una decisa accelerazione rispetto ai lavori parlamentari sull’iniziativa approvata dalla popolazione ormai quasi 2 anni or sono. Il Consiglio federale ha deciso di dividere i lavori in 2 fasi. La prima quella relativa all’offensiva in ambito formativo. Che malauguratamente non entrerà in vigore prima della primavera del 2024 (!) e che vede oggi purtroppo ancora molti cantoni impreparati sul piano legislativo. La seconda quella relativa ad un tema a dir poco centrale, quello del miglioramento delle condizioni di lavoro. Ma qui i tempi si dilateranno ulteriormente ed eventuali miglioramenti (che saranno ancora tutti da discutere e concordare tra tutti gli attori coinvolti) non entreranno in vigore prima del 2027. È questa la tabella di marcia prefigurata dal Governo federale. C’è da restare allibiti!
Bisogna reagire, bisogna organizzarsi e riteniamo vada seriamente pensata e discussa una grande mobilitazione nazionale, una sorta di giornata di resistenza di tutto il settore sanitario che coinvolga decine di migliaia di infermiere e operatori sanitari.
Si impongono pertanto misure urgenti
Se si vuole ridurre il tasso di abbandono della professione e dare un minimo di prospettiva al personale curante è necessario adottare alcune misure urgenti come chiesto dall’Associazione Svizzera Infermiere/i (ASI) e dalle organizzazioni sindacali attive nel settore. Pensiamo a importanti aumenti salariali, alla riduzione dell’orario di lavoro, all’aumento delle indennità e delle vacanze, a misure che favoriscono la conciliabilità tra lavoro e famiglia. I Cantoni ed i datori di lavoro devono assumere le loro responsabilità ed attivarsi in tempi rapidi prima che tutto il sistema crolli. È possibile farlo. L’esempio del Vallese lo dimostra.
Seguiamo l’esempio del Vallese
Probabilmente non risolutive, ma sono certamente buone le notizie che rimbalzano dal Vallese. Il Canton ha infatti deciso di stanziare 42 milioni a favore del personale sanitario. Obiettivo aumentare gli stipendi per il personale dell’ospedale vallesano, aumentare l’importo delle diverse indennità (quelle notturne e quelle previste durante i fine settimana ed i giorni festivi) creare 60 nuovi impieghi a tempo pieno e sottoscrivere un Contratto collettivo di lavoro cui saranno assoggettati tutti i dipendenti attivi in ambito sanitario. Il Vallese diventa pertanto il primo Cantone svizzero a muoversi concretamente per attuare la seconda parte dell’Iniziativa per cure infermieristiche forti, giocando quindi giustamente d’anticipo rispetto alla tabella di marcia prevista dal Consiglio Federale.
E prepariamo una grande mobilitazione nazionale
Solo attraverso una grande mobilitazione saremo in grado di esercitare la necessaria pressione nei confronti della classe politica e dei Cantoni chiamati a liberare le necessarie risorse finanziarie per migliorare le condizioni di lavoro e garantire la qualità delle cure oggi gravemente minacciata. Una mobilitazione unitaria di tutte le organizzazioni sindacali e professionali e che coinvolga anche le associazioni espressione della “società civile” perché il tema delle cure va posto come tema di “Società”. Ma su questo aspetto potremo tornare in una delle nostre prossime riflessioni.
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