Beltranelli: noi non ci caschiamo!

di RedQ

 

Iniziative sanitarie della società civile ferme nei cassetti del DSS.

 

Di fronte al peggioramento della situazione e all’immobilismo governativo si moltiplicano le iniziative lanciate dalla società civile. A livello federale è soprattutto il disastro dell’esplosione dei premi di cassa malattia a suscitare un florilegio di iniziative.

 

Due sono in corso (casse malati uniche cantonali, non eleggibilità nel parlamento federale dei cassamalatari) e due-tre sono annunciate, tra cui una del PSS (premi con un tetto massimo del 10% del reddito), una del PPD (inconsistente e demagogica: vedi commento nel numero precedente dei nostri Quaderni LEGGI QUI), forse una da parte dell’UDC.

 

Inoltre dovremo andare a votare tra un po’ sull’iniziativa delle infermiere per un miglioramento della loro posizione professionale (vedi Quaderno 16 LEGGI QUI), resasi necessaria perché un’iniziativa parlamentare corrispondente era stata sabotata dall’allora Consigliere nazionale Cassis.

 

A livello cantonale il nostro Consiglio di stato, dopo la batosta subita due anni fa con la sconfitta referendaria sulla proposta di riforma della legge EOC, che avrebbe aperto ancora di più le porte ai privati, sembra ormai caduto in letargo. Ma anche quando arrivano degli stimoli della società civile, non c’è risposta o allora questa è solo apparente.

 

Paradigmatico in proposito è il caso dell’iniziativa per l’istituzione di un meccanismo assicurativo che copra le spese delle cure dentarie di base, lanciata assieme a noi dal PS e dall’Unione sindacale svizzera. Le firme sono state consegnate ormai più di tre anni fa: già allora il Consigliere di stato Beltraminelli aveva affermato che in fondo “questo non era un problema”. Dopo un lungo periodo di silenzio, forse perché in altre faccende affaccendato, all’inizio di quest’anno sottopose agli iniziativisti una controproposta minimalista, invece di creare un sistema che coprisse le spese per le cure dentarie di base, il Dipartimento offriva, ma solo a coloro che già ricevono i sussidi di cassa malati, una visita annuale “di prevenzione”. Evidentemente questa controproposta fu respinta al mittente dagli iniziativisti. Da quanto si è appreso dai media, lo stesso Beltraminelli avrebbe ora sottoposto quest’idea al Consiglio di stato, ma in modo che questo “non ne discuterà immediatamente”: questo vuol dire rinviare tutto alle calende greche, in quanto diventa ormai chiaro che non se ne voglia far niente prima delle prossime elezioni cantonali.

 

Altre due iniziative popolari sono pendenti: quella per la salvaguardia degli ospedali di valle e quella cosiddetta “per una garanzia della qualità delle cure mediche ed ospedaliere”. Su quest’ultima il DSS sembrava voler reagire più rapidamente rispetto al suo andazzo solito. Nel frattempo ciò è avvenuto, anche questa volta sotto forma di un ennesimo tranello. Difatti mentre l’iniziativa chiede che vengano fissati nella legge che determina quali istituti sanitari hanno diritto ai sussidi cantonali tutta una serie di condizioni che possano garantire in futuro la qualità delle cure erogate, il DSS offre un’ordinanza che regola l’erogazione del permesso per aprire un istituto sanitario, includendovi solo la parte meno significativa delle richieste dell’iniziativa.

 

Quindi niente a che fare con regolamentazione dei sussidi e soprattutto non una legge, ma una semplice ordinanza, che può essere cambiata ad ogni pie sospinto dal Consiglio di stato. Ma anche qui andremo a dopo le elezioni dell’aprile del prossimo anno: che sia forse l’ennesimo autogol fattosi da Beltraminelli?

 

 

 

 

 

Quaderno 17 / Settembre 2018