Farmaci stracari: licenze obbligatorie subito!

di Franco Cavalli

 

Nel settore dei farmaci anti-tumorali i nuovi medicamenti costano fino a 160’000 franchi all’anno per un singolo paziente. Novartis ha addirittura annunciato un nuovo prodotto, che verrebbe a costare circa mezzo milione di franchi per ogni paziente.

Siamo quindi ben al di là di quanto anche i sistemi sanitari dei paesi più ricchi possono sopportare ed anche in Svizzera ci stiamo ormai avviando ad una salute pubblica a due velocità: una riservata ai ricchi, che hanno assicurazioni complementari cospicue, ed una per tutti gli altri, coperti solo dai premi di base delle casse malati.

 

Ed in proposito gli esempi già si sprecano: basti pensare al recente scandalo del farmaco antitumorale negato ad un ragazzo dodicenne.

 

È di fronte a questa situazione che l’ONG Public Eye (l’ex Dichiarazione di Berna) ha lanciato con grande risonanza internazionale a Ginevra, proprio nei giorni in cui si inaugurava l’Assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) una campagna con il titolo “Difendiamo i pazienti, e non i brevetti”, giocando anche sulla similarità delle parole in inglese (Patient, Patent). Al lancio della campagna, in una conferenza stampa dove erano presenti un centinaio di giornalisti, ha partecipato anche l’ex Presidente della Confederazione Ruth Dreifuss. Tutta la documentazione può essere trovata sul sito https://www. publiceye.ch/it/ , dove si trova anche la petizione che è stata inoltrata al Consiglio Federale per spingerlo finalmente ad agire.

 

Perché, contrariamente a quanto ci raccontano le nostre autorità, esistono possibilità concrete per obbligare i giganti della farmaceutica, che continuano a fare guadagni stratosferici ed i cui capi si pappano svariate dozzine di milioni di franchi all’anno, ad abbassare i prezzi.

 

L’arma principale sono le cosiddette “licenze obbligatorie”, che proprio per questo dall’industria farmaceutica vengono combattute con ogni mezzo. Di cosa si tratta? Gli Accordi di Doha, su cui si basa la difesa dei brevetti farmaceutici, prevedono la possibilità per gli stati, se c’è una ragione, di decretare una “licenza obbligatoria” per un farmaco nel caso che questo fosse troppo caro o non ottenibile e che potesse essere sostituito da un farmaco generico.

 

È quanto per esempio la Colombia aveva cercato di fare per un farmaco anti-tumorale, che può salvare la vita di migliaia di pazienti e che nella sua versione originale, prodotto da Novartis, costa svariate migliaia i franchi, impagabili in quel paese e per cui esiste un generico indiano, che costa dozzine di volte meno. A quel momento il governo svizzero scrisse al governo colombiano dicendo che se osavano fare una cosa simile, la Svizzera avrebbe tagliato gli aiuti finanziari a quel paese.

 

Ora, di fronte all’esplosione dei costi dei farmaci, anche paesi come il nostro si trovano nella necessità di cercare di combattere questa escalation con delle licenze obbligatorie. Ecco perché è nata la petizione lanciata da Public Eye.

 

Avrà mai il Consiglio federale coraggio di farlo? Conoscendo la potenza della lobby farmaceutica, lo escludiamo. Per cui c’è già chi pensa di ricorrere ai tribunali, per obbligare il Consiglio federale a farlo.

 

Anche nel caso dei danni da tabacco, furono i tribunali che per primi obbligarono i governanti, che sotto l’influenza delle lobby non stavano facendo niente, ad iniziare una lotta contro questa piaga. Magari capiterà lo stesso con i farmaci troppo costosi. Osiamo sperarlo.

 

 

 

 

 

Quaderno 17 / Settembre 2018