Casse malati: i premi esplodono, i liberali vogliono imporci franchigie stratosferiche

di Franco Cavalli

 

E anche quest’anno, nonostante tutte le contorsioni della politica federale ed i successivi pacchetti-cerotto proposti dal Consigliere federale Berset, la solita stangata sui premi di cassa malati è arrivata. Forse un po’ meno per tutta la Svizzera, sicuramente insopportabile per il Ticino, dove l’aumento medio per il 2019 sarà del 4%.

 

L’unica categoria che avrà un piccolo beneficio è quella dei giovani adulti al di sotto dei 25 anni, per decisione delle camere federali.

 

Ancora una volta il Consigliere di stato Beltraminelli ha ripetuto la solita solfa “poteva essere peggio…”. Certo, ma avrebbe potuto, anzi dovuto, essere molto meglio! Infatti l’aumento medio dei costi è stato dell’1,7% (e per i primi mesi del 2018 si parla addirittura di una diminuzione), ciò che conferma quanto andiamo dicendo da un pezzo e cioè che non è vero che l’unica causa dell’aumento dei premi di cassa malati sia il lievitare dei costi. Anzi altri fattori sono spesso più importanti.

 

I premi in media negli ultimi 20 anni sono sempre aumentati almeno il doppio rispetto ai costi: siamo oramai dall’inizio della LAMal ad oltre il 150% di aumento dei premi, mentre i costi sono saliti non più dell’80%. Questa sproporzione capita perché nella LAMal c’è, tra le tante debolezze strutturali, anche quella che impone un finanziamento completamente a carico delle casse malati di tutto quanto viene fatto ambulatorialmente, mentre nel settore stazionario il 55% delle spese viene coperto dai cantoni. Ora in quest’ultimo settore anche nel 2017 i costi sono diminuiti del 3,5%, mentre aumentano spaventosamente nel settore ambulatoriale (e quindi fanno esplodere i premi) sia per la mancanza di controlli della spesa generale in quel settore che per lo sforzo continuo dei cantoni, che sempre più obbligano i medici ospedalieri a fare solo il minimo durante la permanenza, trasferendo tutto quanto è possibile (analisi, terapie costose, eccetera) verso il settore ambulatoriale, sia prima che dopo il ricovero.

 

Un altro fattore che spinge al rialzo è quello delle riserve fatte dalle casse malati, di cui nessuno conosce il vero ammontare, nonché l’esplosione delle retribuzioni dei managers (vedi tabella).

 

Tutti i sondaggi indicano che l’aumento dei premi di cassa malati è ormai diventato il problema numero uno per la popolazione svizzera.

 

In diversi numeri dei nostri Quaderni abbiamo commentato spesso l’incredibile confusione che prevale ormai nella Berna federale, dove viene detto a questo proposito tutto ed il contrario di tutto. E se l’UDC propone semplicemente di diminuire le prestazioni che vengono coperte dalle casse malati (tanto i loro capi milionari non hanno bisogno), il PPD fa invece proposte di cui nessuno capisce la razionalità (vedi Quaderno 16).

 

Per asocialità si distingue però ora il Partito Liberale, che propone nuove franchigie “che superino i 2’500 franchi, naturalmente aumentando la franchigia minima!”. Questo quando già oggi gli svizzeri sono in tutto il mondo coloro che pagano più di tasca propria per la salute, addirittura più degli americani, ciò che è tutto dire.

 

È veramente giunta l’ora di dire basta e di dirlo ad alta voce. Ecco perché il 17 novembre si manifesterà in tutta la Svizzera contro questo sistema ormai marcio e sempre più insopportabile per le classi popolari.

 

L'appuntamento per il Ticino è in Largo Elvezia (Posta Centrale) ore 16 a Bellinzona.

 

 

 

 

 

Quaderno 18 / Novembre 2018

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