Pandemia e vaccini: caos e profitti vergognosi

di Franco Cavalli

 

Negli ultimi due numeri dei Quaderni del ForumAlternativo abbiamo duramente criticato il modo caotico con cui il Consiglio Federale ha gestito la seconda ondata della pandemia. Particolarmente scioccante è il fatto che fra il governo di Berna ed i cantoni si sia a lungo giocato allo scaricabarile, senza prendere nessuna decisione tra le tante che si imponevano.

Non sorprende quindi che a fine ottobre ed in novembre gli indici della pandemia svizzeri erano fra i peggiori al mondo. Nonostante ciò è stato poi solo nella seconda metà di dicembre che il Consiglio federale ha preso finalmente le misure che si imponevano (o almeno una parte di esse), ma nel frattempo il coronavirus aveva provocato una strage (v. editoriale Quaderno 30). Da quanto si è venuto a sapere nel frattempo, sembrerebbe che la taskforce scientifica già a fine settembre avesse lanciato l’allarme, ma il Consiglio Federale avesse fatto orecchie da mercante. Alcuni media svizzero-tedeschi hanno accusato Alain Berset di aver semplicemente ignorato questo rapporto: da quanto ho potuto capire da un paio di membri della taskforce sembrerebbe invece che sia stata la solita alleanza tra i quattro consiglieri federali della destra (UDC e liberali) a bloccare il tutto. È ormai arcinoto che a partire da inizio estate questi “quattro moschettieri” hanno agito secondo il principio neoliberista “chiudiamo il meno possibile, così che la nostra economia abbia un vantaggio di mercato rispetto alle altre”. Cioè, il profitto prima della salute, anche perché quest’ultima per loro non è nient’altro che una merce come le altre.

 

Ma occupiamoci ora soprattutto del caos delle vaccinazioni, per le quali ogni settimana viene annunciato un nuovo piano, che però non può poi essere realizzato perché semplicemente mancano i vaccini. Il primo punto da sottolineare è che le capacità produttive nazionali dei vaccini sono state distrutte dalla politica neoliberista del nostro governo. Negli anni 90 si decise di vendere l’Istituto svizzero dei vaccini, appartenente alla Confederazione, che era internazionalmente conosciuto come un centro di grande competenza in materia. I privati l’acquistarono per pochi soldi e lo chiusero pochi anni dopo, perché in tempi normali l’industria farmaceutica non è interessata ai vaccini, siccome il loro margine di guadagno è di molto inferiore a quello che generano altri farmaci, per esempio gli antibiotici, gli antitumorali o gli antiinfiammatori. Ma di questo parleremo tra un attimo. Ritorniamo a quanto capitato da noi.

 

Nel 2013 l’ultima fabbrica svizzera di vaccini (Berna Biotech) chiude bottega. Poco prima di farlo, aveva chiesto al Consiglio Federale un aiuto economico per sviluppare un numero sufficiente di vaccini anti-influenzali per tutta la Svizzera e creare così la base per possibili nuovi sviluppi nel settore, per esempio contro vari tipi di coronavirus. Il nostro governo rispose che ciò non era suo compito e che il problema, come sempre, sarebbe stato “risolto dal mercato”. Vale forse la pena ricordare, anche se ormai è stato ripetutamente detto, che già una quindicina di anni fa molti virologi e ricercatori avevano previsto che una simile pandemia sarebbe un qualche giorno arrivata ed avevano pregato i governi di investire nella produzione di vaccini. Ma le regole capitaliste del profitto immediato, particolarmente importanti nel settore farmaceutico, avevano bloccato il tutto.

 

Tornando al nostro Consiglio Federale, si è saputo che già in aprile del 2020 Lonza, che gioca un ruolo importante nella produzione dei vaccini di Moderna, aveva allertato il nostro governo di comandare grosse dosi di vaccini. Ciò però non è stato fatto, per cui ora è ridicolo versare lacrime di coccodrillo perché mancano i vaccini. Il tutto è poi stato complicato anche da Swissmedic, che in un eccesso di pedanteria burocratica ha bloccato il vaccino di AstraZeneca, raccomandato invece dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dalle autorità regolatorie europee e britanniche. Per non parlare dello snobbismo e delle opposizioni geopolitiche contro il russo Sputnik V, ora riabilitato dalla pubblicazione, addirittura nel Lancet, di dati impressionanti e che è il risultato di una grande tradizione nel campo dei vaccini risalente ancora al tempo sovietico. Inoltre la tecnologia usata per Sputnik V probabilmente garantirà una durata maggiore di protezione.

 

Come detto, in tempo normale i monopoli farmaceutici non sono interessati a produrre vaccini. Questo spiega per esempio perché i due colossi svizzeri del settore (Roche e Novartis) sono oggi completamente assenti dalla scena, anche se il nostro paese è ormai molto più conosciuto all’estero per la sua produzione farmaceutica che non per le banche o il formaggio. Altri colossi, come per esempio Pfizer, sono stati più scaltri e si sono rapidamente riciclati andando a comperare una serie di biotechs, che avevano sviluppato la nuova tecnologia di produzione di vaccini con mRNA.

 

Di cosa si tratta? Gli mRNA sono dei messaggi (in inglese appunto si chiamano appunto messengers) prodotti dal nostro materiale genetico, con i quali quest’ultimo regola la produzione delle proteine. Sono stati scoperti già una sessantina di anni fa, ma è solo dall’ultimo decennio del secolo scorso che si è cominciato a poterli usare a livello di laboratorio. In tutto il mondo la ricerca di questi mRNA è stata finanziata quasi esclusivamente con fondi pubblici: una serie di ricercatori, che avevano occupato posizioni importanti nei centri di ricerca pubblici, hanno poi fondato negli anni 2000 delle spin offs, che hanno semplicemente finalizzato quanto in gran parte già si sapeva, per arrivare grazie a questa tecnologia alla produzione in modo più rapido e selettivo di nuovi vaccini.

 

Secondo le stime di diversi analisti, Pfizer/BioNtech e Moderna stanno attualmente guadagnando tra 10 e 20 miliardi ognuna, anche perché con la loro strategia di vendere il vaccino al miglior acquirente, rallentando quindi la messa sul mercato di troppe dosi, stanno facendo esplodere il prezzo pagato. Quindi niente di nuovo sotto il sole: dapprima lo stato finanza la ricerca, poi i privati mettono in tasca i lauti guadagni, che spesso derivano ancora dalla casse pubbliche, che contribuiscono una seconda volta ad ingrassare gli azionisti e le multinazionali.

 

Ma c’è una scandalo ancora peggiore. Di fronte al fatto che tre quarti della popolazione mondiale, quella più povera, è condannata a non ricevere questi vaccini o ad averne accesso solo tra tanto tempo, India e Sud Africa hanno proposto all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) di sospendere durante la pandemia e su questo tema la garanzia garantita dai brevetti, come prevedono in situazioni eccezionali gli accordi internazionali.

 

Ciò permetterebbe per esempio all’India, che ha un’industria farmaceutica molto sviluppata, di produrre molto rapidamente questi vaccini, a prezzi stracciati. Naturalmente i paesi ricchi, dove hanno sede i monopoli farmaceutici, hanno immediatamente opposto un niet categorico. Tra questi uno di quelli più risoluti a non volere entrare in materia è stato proprio il governo svizzero! Public Eye ha lanciato una campagna per mettere sotto pressione il Consiglio Federale, campagna alla quale partecipiamo anche noi del ForumAlternativo. Abbiamo inoltre firmato l’iniziativa europea lanciata dal Dr. Agnoletto (che a suo tempo aveva diretto la lotta contro l’AIDS in Italia) per raccogliere un milione di firme in Europa e chiedere alla Commissione dell’EU di accettare la sospensione della protezione dei brevetti in questa situazione. È un tema che continueremo a seguire da vicino.

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