Pagella 2: Manuele, il cerotto che si stacca

di Claudio Tamburrini

 

Contando come un due picche all’interno della compagine governativa, finisce unicamente per legittimare la maggioranza leghista-liberale-pipidina nella politica lacrime e sangue a danno della cittadinanza.

Più papista del papa, nel suo turno di presidente del governo, ha difeso misure indecenti, quando nessuno ne sentiva la necessità.

 

Nell’ultimo quadriennio sarà ricordato a sinistra per aver sostenuto l’inciucio istituzionale degli sgravi fiscali ai ricchi per la bellezza di 52 milioni di franchi. Con il suo benestare, ha dato l’avvallo al ricatto al popolo, ponendo due misure in antitesi tra loro: sgravi fiscali e ipotetiche misure sociali.

 

È riuscito nella difficile missione di farsi odiare da chi una volta era uno dei pilastri del bacino elettorale dei socialdemocratici, il corpo dei docenti. È talmente assorto nel suo ruolo istituzionale, da dimenticare i motivi per cui un’elettorato sempre più eroso lo abbia votato. Nella storica giornata del 23 marzo 2016, quando il corpo insegnante di quasi la totalità degli istituti protestò contro la giornata di libero imposta per motivi di risparmio dal governo, Bertoli riuscì a porsi contro i docenti, difendendo così nei fatti la politica dei tagli imposta dal triciclo lega-plr-ppd.

 

Un paio d’anni dopo, il progetto da lui promosso, “la scuola che verrà”, è affossato in votazione popolare anche per la tiepida accoglienza, se non rifiuto, degli stessi docenti chiamati a realizzarlo.

 

 

Chi lo conosce da tanti anni, giura che Bertoli non fosse così. Oggi, è considerato un accentratore a cui piace attorniarsi di “yes man”, incapace del confronto e pesantemente autoritario quando vuole vendicarsi di opinioni da lui considerate offensive.

 

Sebbene a volte tenti e s’impegni nel dare spruzzate di umanità a un cinico governo, i risultati ottenuti di una tipica politica socialdemocratica di cui Bertoli è il perfetto esecutore, rendono evidente quanto la socialdemocrazia sia inadeguata ai tempi odierni.

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