Un pacato giudizio del governo

di Claudio Tamburrini

 

Dopo otto anni di governo a maggioranza leghista, com’è cambiata la vita ai ticinesi? Cosa è rimasto delle promesse, degli slogan? Sul fronte del lavoro, nessun miglioramento. Anzi, una volta raggiunto il fondo, si è continuato a scavare. La stagione dei saldi per il padronato, prendi due lavoratori al prezzo di uno, prosegue indisturbata.

Anche lo slogan padronale da anni in voga, rimane sempre in auge: “se non ti va bene, la porta è quella, che fuori ci sono dieci pronti ad accettare”. Grazie alla logica imprenditoriale fondata sul ricatto, le condizioni di lavoro sono peggiorate. L’erosione del potere d’acquisto continua indisturbata. A incidere maggiormente, i premi cassa malattia nella loro inarrestabile ascesa e gli affitti, vittime della logica avida del mercato.

 

Mentre il costo della vita prosegue indisturbata la sua crescita, i salari sono fermi al palo o scendono, come in diverse categorie professionali e il rischio di povertà nel cantone è schizzato oltre il 30%. La distanza delle paghe col resto del paese è ormai diventato un fossato. Le donne, già penalizzate dalla diseguaglianza, sono doppiamente penalizzate.

 

Parlando d’ambiente, nel Mendrisiotto si viola la legge sui valori minimi dell polveri con una regolarità disarmante, senza alcuna prospettiva di miglioramento. I malati cronici da inquinamento ringraziano. E il governo che fa? Spera che piovi, quando non è impegnato a promuovere i rally. Si consolino i momò. Visto che il Cantone ha rinunciato a migliorare l’aria del Mendrisiotto, presto la pessima qualità dell’aria sarà garantita tutto l’anno anche ai fondi valle cantonali.

 

Siamo la regione più soleggiata della Svizzera, ma le case le riscaldiamo come vivessimo all’epoca dei fossili. Poi c’è la questione “traffico”. Basta una gomma bucata sul ponte di Melide e la colonna arriva allo svincolo di Bellinzona nord. In attesa d’investire nel trasporto pubblico, il nostro efficiente governo sostituirà sul Piano di Magadino le rotonde costate milioni qualche anno prima, per sostituirle con nuovi costosi semafori.

 

 

Fa e disfà, l’è tut un lavurà. Lo si diceva già ai tempi del partitone. Infatti, il clientelismo è forse scomparso? No, semplicemente ora tocca al nuovo padrone che comanda, decidere come vadano spartite le poltrone. La rivolta leghista contro la partitocrazia, Berna e Bruxelles ha partorito meno del classico topolino. I più anziani ricorderanno le campagne leghiste contro le casse malati, “la tredicesima per i nos vecch?” Reliquie del passato, buone per raggranellare i voti per conquistare il potere.

 

Oggi, per blindare le poltrone, rinsaldano le alleanze elettorali col partito del miliardario Blocher, l’amico dei cassamalatari e di chi lucra nel privato con le nostre pensioni. Sarebbe però ingiusto attribuire tutti i meriti alla sola compagine leghista, seppur maggioritaria.

 

Il governo coeso merita il giusto riconoscimento nella sua totalità. E allora nei prossimi 5 giorni  daremo la pagella a ogni capo dipartimento.

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