Pagella 5: il giudice le ha cannate tutte

di Claudio Tamburrini

 

L’esperto di legge eletto misteriosamente a furor di popolo, tale Claudio Zali, verrà ricordato nell’ultimo quadriennio per esser stato sconfessato ad ogni legge da lui proposta.

 

La legge sui parcheggi, con la tassa approvata dal 50,7% di sì nel 2016, si è arenata al Tribunale federale, sepolta da una ventina di ricorsi. Gli esperti azzeccagarbugli danno alte le probabilità che sia trombata definitivamente.

 

Altra legge approvata dal ministro togato, la controversa Lia (Legge sulle imprese artigianali). Dopo qualche anno di tumultuosa applicazione, a novembre è stata definitivamente abrogata poiché impietosamente fucilata nei tribunali. Non male per un ministro giudice.

 

Ma Zali passerà più alla storia per l’arroganza, la supponenza, con cui liquidava chi gli chiedeva spiegazioni per come abbia potuto attribuirsi riscatti favolosi con la cassa pensione statale, spendendo pochi spicci. “Io sò io e chi cazzo siete voi?”.

L’atteggiamento da lesa maestà si è palesato pure nella questione dei rimborsi dei telefonini. “Come osa questo popolino lamentarsi perché mi paga un abbonamento dall’incredibile costo di trecento franchi al mese?”.

 

E per vendersi meglio, ha assunto una legione di giornalisti nel suo dipartimento, manco fosse la Casa Bianca. Guarda caso, l’ha fatto a ridosso delle elezioni. Non sarà mica per ragioni di clientelismo, di voti garantiti?

 

Zali insomma si è prodigato molto nel salvare i propri privilegi economici da governante, mentre di quelli della collettività se n’è fatto un baffo. Un degno rappresentante del partitone della gggente.

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